Il 20 novembre u.s. si è tenuto a Roma il secondo incontro nazionale sul Telelavoro.
Con questo comunicato le Rsu di Bologna intendono fare il punto sulla discussione e sullo stato
della trattativa con l’Azienda.
Durante la giornata del 20/11 si è trattato l’argomento telelavoro su due livelli: un primo
livello di carattere normativo, sul quale si sono registrati alcuni avanzamenti tra le parti che
elenchiamo:
L’Azienda ha convenuto di eliminare la possibilità di assumere in telelavoro. Il criterio
era infatti discordante con il requisito dell’anzianità di almeno un anno nella funzione
svolta dal Dipendente e con il concetto di volontarietà, in quanto il telelavoro in fase di
assunzione potrebbe non essere reversibile.
Con riferimento ai criteri per eventuali graduatorie, in caso di domande più elevate
rispetto alle disponibilità, è stata introdotta la causale relativa alla necessità di assistere
parenti disabili conviventi (in precedenza la previsione si limitava ai figli disabili).
E’ stato ridotto a 9 mesi, invece dei 12 proposti inizialmente, il periodo dopo il quale un
lavoratore può richiedere il rientro in Azienda a fronte di mutate esigenze personali.
Per quanto riguarda il domicilio si è condivisa l’interpretazione per la quale non sarà
condizione ostativa al Telelavoro il caso in cui il domicilio sia fuori dalla regione dove è
presente l’unità produttiva di provenienza. Inoltre l’Azienda si è dichiarata disponibile a
prevedere, in casi di distanze considerevoli, la possibilità di gestire i rientri presso la
sede amministrativa più vicina al domicilio.
In materia di orario di lavoro si è convenuto di ricondurre al tema delle flessibilità
previste dalla Legge in caso di prestazioni rese nell'ambito di rapporti di telelavoro
domiciliare, legandole alla disciplina del CCNL e quindi all’informativa preventiva alla
RSU onde evitare possibili interpretazioni sfavorevoli per Lavoratrici e Lavoratori.
Abbiamo inoltre registrato disponibilità aziendali affinché, come richiesto in tutte le
assemblee dopo il regime di sperimentazione, si possano allargare gli ambiti di
applicazione del Telelavoro ed anche delle modalità.
Sul secondo livello, quello economico, le posizioni rimangono invece distanti. L’Azienda ha
riproposto, senza scostarsi dall’ipotesi iniziale del 9 ottobre e senza dare disponibilità di mediazione, un importo forfettario omnicomprensivo, che coprirebbe le spese assunte dal Lavoratore (comprese quelle di connessione ADSL) di soli 40€ lordi. Al Telelavoratore, inoltre, non verrebbero riconosciuti i ticket per i pasti.
La Delegazione Sindacale Slc-Fistel-Uilcom, ha ritenuto questa cifra insufficiente, perché non
equilibrata rispetto al bilancio tra costi e benefici che coinvolgeranno il Telelavoratore da una
parte e l’Azienda dall’altra. Tale considerazione è inoltre sostenuta dalle condizioni contrattate
in altre Aziende del settore che hanno già raggiunto accordi in materia, economicamente non
paragonabili alla proposta di Wind, perché oltre ad avere un compenso forfettario sensibilmente più alto, mantengono, in molti casi, il trattamento pasto tramite convenzione o ticket restaurant.
Siamo consci della situazione economica del settore e recepiamo con favore le rassicurazioni
aziendali sulla totale volontarietà della scelta, tuttavia non possiamo ignorare i mandati delle
assemblee che in merito si sono espresse per un riconoscimento economico più equo.
RSU e OO.SS. si sono sedute al tavolo di trattativa sul Telelavoro con l’obbiettivo di
sottoscrivere un accordo di miglior favore rispetto a quanto già previsto da CCNL e Accordi
Interconfederali, partendo dal presupposto condiviso, che il Telelavoro è un importante
strumento di conciliazione dei tempi di vita e lavoro.
L’auspicio e l’invito fatto da parte sindacale in conclusione dell’incontro è che l’Azienda,
partendo dagli avanzamenti condivisi sulla parte normativa, riconsideri l’indisponibilità a
trattare sulla parte economica affinché si possa approdare ad un Accordo condiviso al più
presto.
Le RSU di Bologna
I Lampadieri
In questa notte scura, qualcuno di noi, nel suo piccolo, é come quei "lampadieri" che, camminando innanzi, tengono la pertica rivolta all'indietro, appoggiata sulla spalla - con il lume in cima. Così, il "lampadiere" vede poco davanti a sè - ma consente ai viaggiatori di camminare più sicuri. Qualcuno ci prova. Non per eroismo o narcisismo, ma per sentirsi dalla parte buona della vita. Per quello che si é. Credi.Tom Benetollo
venerdì 29 novembre 2013
WIND: COMUNICATO SU TELELAVORO
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sabato 16 novembre 2013
telecom avanti TUTTA -comunicato unitario
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giovedì 24 ottobre 2013
documento situazione telecom : posizione slc-cgil
SITUAZIONE TELECOM E POSIZIONE SLC-CGIL IN SINTESI
VALORE DI TELECOM:
alcuni dati
1997 -> Privatizzazione di Telecom e lo Stato vende il 35,2% delle azioni possedute e incassa 13
m.di di EURO (2,07 ad azione) e di riflesso il valore complessivo di Telecom è di circa 38 m.di di
EURO
1999 -> a seguito OPA il 51% delle azioni “acquistate” dalla finanziaria BELL di Colaninno e altri per
circa 31 m.di di EURO, di riflesso valore complessivo di Telecom circa 62 m.di (sono anche gli anni
della bolla di Internet in Borsa).
2001 -> subentra la finanziaria Olimpia di Tronchetti Provera e altri, non procedendo però con un
OPA, ma “acquistando” in trattativa privata da BELL la quota azionaria posseduta del 23%
sufficiente per governare Telecom, per un valore economico di più del doppio rispetto alle
quotazioni di Borsa allora correnti (per un valore complessivo teorico dell’intera Telecom di circa
68 m.di di EURO).
Entrambe le operazioni sono fatte con la “tecnica” di leverage by out (vietata nella maggior parte
dei paesi capitalistici): si compra facendosi finanziare dalle banche e poi si scarica il debito sulla
società “acquistata”.
2013 -> agli attuali valori di Borsa oggi Telecom vale circa 10,8 m.di di EURO.
I ricavi del 2012 sono stati circa di 30 m.di di EURO e il debito è di circa 28 m.di EURO.
I dipendenti Telecom sono circa 43 mila e diverse migliaia nel Gruppo Telecom tra i quali spiccano i
circa 3500 di TI Information Tecnology.
OPERAZIONE TELEFONICA:
Il 22,4% delle azioni Telecom Italia (quota che ad oggi consente di governare Telecom) sono in
possesso della società TELCO.
Gli attuali soci TELCO sono: Telefonica, Intesa, Mediobanca e Generali.
In data 23 settembre 2013 i soci TELCO, alla vigilia della scadenza del patto di Sindacato che unisce
i 4 soci e alla vigilia della scadenza di una parte del debito di circa 1 m.do di EURO che andava
rifinanziato, si sono accordati per cedere tutte le azioni della società a Telefonica in tre fasi:
1) Telefonica passerà a possedere il 66% di TELCO sborsando 324 m.ni di EURO
2) Telefonica passerà al 70%
3) A gennaio 2014 Telefonica potrà acquistare il 100% di TELCO, sborsando complessivamente
(solo) 850 m.ni di EURO per il controllo di Telecom.
SCENARIO:
Telefonica è uno dei più grandi operatori di TLC nel mondo, ma è gravata di un pesantissimo
debito che alla fine del 2013 dovrebbe attestarsi a 47 m.di di EURO e a questi si aggiungerebbero
quelli di Telecom Italia (28).
La UE ha deliberato che entro il 2018 i paesi membri dovranno garantire una copertura del 60%
del proprio territorio nazionale con la banda ultralarga, in modo da consentire di veicolare i servizi
della Pubblica Amministrazione, in un’ottica di miglior servizio all’utente e di risparmio dei costi di
gestione del servizio e questo richiede ingenti investimenti (svariati miliardi di EURO).
C’è un problema di sicurezza relativa alla trasmissione dei dati e della voce, quindi di sicurezza
nazionale, che va indubbiamente risolto, anche se questo problema non scaturisce dalla mossa di
Telefonica, ma è un problema da sempre presente ed è slegato dal tipo di passaporto del
principale azionista di turno (se trattasi di privato).
Il pieno controllo di TELCO e conseguentemente il controllo di Telecom Italia, comporterà la
vendita certa di TIM Brasile e Argentina dove i ricavi attuali (circa il 30% dei ricavi complessivi di
Telecom) e previsti sono alti ed essendo tale vendita imposta dalle Autority di quei paesi
(Telefonica è anch’essa presente su quei mercati con VIVO), si tratterà senza dubbio di una
svendita (visto l’obbligo di vendere) e privando quindi Telecom sia di ricavi futuri cospicui, sia di un
valore congruo per la vendita.
Al netto della crisi economica mondiale: la tenuta occupazionale del gruppo Telecom Italia, la
capacità di Telecom di poter giocare un ruolo nell’inevitabile riassetto delle TLC in Europa e nel
mondo, quindi la salvaguardia di una delle pochi grandi aziende italiane, sono a rischio al cospetto
di questa manovra di Telefonica.
ANALISI E PROPOSTE DI SLC-CGIL:
Per la SLC-CGIL l’avvio del percorso di acquisizione del controllo di Telecom Italia da parte di
Telefonica, in totale assenza di un piano industriale è già di per sé un fatto allarmante.
Per quanto ci riguarda Telefonica difficilmente sarà in grado di presentare un piano industriale
all’altezza della situazione. L’alto indebitamento non consentirà di procedere agli investimenti
necessari per lo sviluppo delle TLC in Italia e non consentirà di procedere ad una ricapitalizzazione
di Telecom (3/5 m.di), indispensabile per evitare l’imminente declassamento del debito Telecom
da parte delle maggiori agenzie di rating.
Sarà fortemente a rischio l’unicità aziendale, quindi il perimetro occupazionale, in quanto
Telefonica, oltre alla necessità di fronteggiare l’elevato debito, opera con un modello industriale
che fa leva sul ricorso agli outsourcer (in particolare nel campo dei Customer).
L’eventuale scorporo della RETE non risolverebbe nessuno dei problemi in campo.
Sicuramente non quello della sicurezza delle comunicazioni (che non si può circoscrivere al solo
mezzo di trasporto).
Metterebbe a rischio la tenuta occupazionale, non solo per chi sarà fuori dalla società della RETE,
ma anche per coloro che saranno all’interno, in quanto saranno fortissime le pressioni dei gestori
dei servizi di TLC per pagare un basso prezzo per il noleggio della RETE, con tutte le conseguenze
del caso.
Lo “spezzatino” societario sarebbe la fine di Telecom Italia ed impedirebbe quindi al nostro paese
di giocare un ruolo (piccolo o grande che sia) nel processo internazionale di ristrutturazione del
Settore. Relegherà la società delle RETE ad operare unicamente sul domestico e l’altra parte di
Telecom diverrà unicamente un brand commerciale di Telefonica o altri.
In nessun altro paese Europeo (ad eccezione del Portogallo) si è dato corso alla scorporo della
RETE dalla società TLC ex monopolista, inoltre nella stragrande maggioranza dei paesi europei i
rispettivi Stati hanno mantenuto un controllo pubblico sulla società ex monopolista e/o sulle TLC
(in diversi casi mantenendo anche una cospicua partecipazione azionaria).
A prescindere dall’operazione Telefonica, Telecom Italia non può comunque avere un futuro
industriale.
Le privatizzazioni in Italia, almeno questo tipo di privatizzazione di Telecom sta andando incontro
ad un disastro industriale.
Lo Stato deve intervenire in questo settore strategico e riportare le TLC sotto il controllo pubblico.
Controllo pubblico che può declinarsi in diversi modi e, relativamente a Telecom Italia, come SLC-
CGIL individuiamo come percorribile la strada dell’ingresso della Cassa Depositi e Prestiti (CDP)
direttamente nell’azionariato di Telecom Italia (e successivamente dovrà essere individuato un
partner industriale, che difficilmente potrà essere Telefonica a causa della sovrapposizione di
interessi in America Latina).
AZIONI INTRAPRESE E DA INTRAPRENDERE:
Di fronte a questo complesso scenario, in cui gli interessi nazionali indubbiamente si intrecciano
con le sorti di un’azienda privata operante in un Settore strategico per il paese, il Sindacato e la
Proprietà non possono essere unici interlocutori, ma lo Stato deve giocare un ruolo attivo.
La SLC ha avviato in primo luogo un confronto al proprio interno, procedendo anche a sessioni di
approfondimento sulla natura della CDP.
Consci che da soli, in questo caso, è possibile spostare ben poco, il confronto è stato esteso anche
in seno alla CGIL (con la quale c’è piena unità di intenti) e con FISTel e UILCOM e rispettive
confederazioni CISL e UIL, con l’obbiettivo di coinvolgere il Governo e il Parlamento.
Unitariamente sono stati richiesti incontri al Governo e alle Commissioni Parlamentari che si
occupano delle TLC (incontro previsto per il 22/23 ottobre).
Per metà Novembre è previsto un confronto pubblico tra il Segretario CGIL Camusso e il Ministro
Zanonato.
In tutte le regioni si sta procedendo ad incontri con Parlamentari eletti nella singola regione.
Si sta cercando di essere presenti in tutti i dibattiti pubblici di approfondimento.
In data 4 ottobre si è tenuto il primo incontro con Telecom “era Telefonica”, in cui unitariamente
SLC FISTel UILCOM hanno sollecitato un Piano Industriale e chiesto il rispetto degli accordi
sindacali sottoscritti in data 27 marzo 2013, stipulati nell’ottica della tutela del perimetro
aziendale (no allo spezzatino societario).
Al cospetto delle risposte interlocutorie dell’Amministratore Delegato (rimandando il tutto al
prossimo CDA del 7 novembre), sono state immediatamente aperte le Procedure di
Raffreddamento previste dalla Legge 146 per la proclamazione dello sciopero.
Il tutto ovviamente non può prescindere dal pieno coinvolgimento delle lavoratrici e dei lavoratori
del Gruppo Telecom Italia (da rammentare il presidio sindacale a Piazza Affari Milano in occasione
del CDA Telecom del 3 ottobre 2013) ed a breve sarà avviato un primo ciclo di Assemblee in tutta
Italia per confrontarsi.
Bologna, 22/10/2013
Vincenzo Bellaspica
Coordinatore SLC-CGIL E.R. per Telecom
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lunedì 30 settembre 2013
Telecom: vinta altra causa per il reintegro lavoratori in somministrazione
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venerdì 27 settembre 2013
Telecom: una operazione dannosa
L'operazione con cui Telefonica ha acquisito la quota di controllo di Telecom Italia è dannosissima.
Dannosa per il Paese, perché porterà a disinvestimenti dovuti all'accumulo di debiti, alla sottocapitalizzazione, agli interessi concorrenti in America Latina.
Dannosa per i lavoratori, con ipotesi di scorporo, di spezzatino, con il modello Telefonica che in Spagna esternalizza Call Center ed Information Technology.
E questo è avvenuto con l'apparente disinformazione e disorientamento di una pessima classe politica e di una disastrata classe imprenditoriale.
L'operazione è solo l'ultima conseguenza di una privatizzazione sbagliata, in se e per come è stata realizzata, che non ha pari in Europa, che è stata pagata dalla collettività con l'esproprio di un Bene Comune e il crollo degli investimenti sulla Rete, ed è stata pagata dai lavoratori con 80mila lavoratori persi per strada e tanti sacrifici su reddito e diritti.
Le Telecomunicazioni (il sistema delle Telecomunicazioni) devono rientrare sotto controllo pubblico. Ed aggiungo che deve essere un processo integrato a livello europeo.
E' vero che la Rete è un monopolio naturale difficilmente replicabile (ma lo scoprono ora?), è vero che ci sono problemi di sicurezza dei cittadini, di privacy, di tutela democratica (non dimentichiamoci dei lavoratori Telecom illegalmente spiati che ancora attendono giustizia), è altrettanto vero che tentare di porvi rimedio scorporando solo la Rete di Telecom, oltre che operazione improbabile sotto molti profili, rischia di aggiungere danno al danno.
Se da un lato è necessario riportare le TLC sotto controllo pubblico, questo non può avvenire accollando sulla collettività costi enormi, danneggiando irreparabilmente l'integrità di una azienda strategica, facendo pagare ai lavoratori ulteriori costi, smentendo gli accordi sindacali sulle tutele di perimetro sottoscritti con grande sacrificio dei lavoratori. Ed è quello che avverrebbe scorporando solo la Rete e solo la Rete di Telecom.
Il governo ha la responsabilità di intervenire per riportare sotto controllo pubblico questo asset strategico garantendo l'unità aziendale, lo sviluppo della banda ultralarga ed i livelli occupazionali.
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mercoledì 7 agosto 2013
Ciao Federica
PS l'ultimo saluto a Federica verrà dato martedì 13 agosto alla Sala Commiato via De Gasperi a Borgo Panigale
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Telecomunicazioni: convegno internazionale sulla ristrutturazioni delle Telecom in Europa
Lo scorso maggio si è tenuto alla London School of Economics and Political Science di Londra la Conferenza di presentazione del progetto di ricerca "Alternative routes to good jobs in the service economy: Employment restructuring and HRM in telecommunications firms" percorsi alternativi per un giusto lavoro nell'economia dei servizi: ristrutturazioni e gestione risorse umane nelle società di telecomunicazione (vedi programma) .
Alla Conferenza è stato invitato a partecipare Antonio Rossa della SLC CGIL Emilia Romagna, in qualità di relatore nel panel "Restructuring employment after market liberalization: Alternative approaches to downsizing and organizational change".
Il contributo fornito dalla nostra categoria si è concentrato su uno degli aspetti più gravi dei processi di riorganizzazione delle tlc in Italia, ovvero il tema delle esternalizzazioni e la lotta per le clausole sociali. (leggi relazione).
Pubblicato da Rsu Slc ER alle 09:32 0 commenti
martedì 6 agosto 2013
Ericsson: votazione sull'ipotesi d'accordo del 26 luglio
Riteniamo importante che nel settore delle Telecomunicazioni si sia ritornati alla norma di far votare i lavoratori sulle ipotesi di accordo. A nostro avviso per completare il percorso è necessario tenere più disitinti possibili gli accordi di alternativa ai licenziamenti, su cui va richiesto mandato non vincolante, e accordi su materie specifiche del secondo livello, su cui oltre al mandato ci vuole sempre il voto di validazione dei lavoratori.
Il 1 Agosto 2013 si è tenuta l'assemblea dei lavoratori della Emilia Romagna della Ericsson Telecomunicazioni S.p.A. per presentare e votare l’ipotesi di accordo firmata in data 26 Luglio 2013 con il seguente risultato:
PRESENTI: 23
FAVOREVOLI: 5
CONTRARI: 18
ASTENUTI: 0
I lavoratori hanno votato un odg che riporta:
"L’assemblea dei lavoratori dell’Emilia Romagna esplicita che la votazione negativa è dovuta alla presenza di modifiche peggiorative degli accordi di 2° livello aziendali ma anche del CCNL, in particolare degli accordi di armonizzazione fatti
in concomitanza di cessioni di ramo verso Ericsson.
I lavoratori ex Vodafone, se avessero saputo che dopo 2 anni le garanzie previste dall’accordo di armonizzazione in merito al mantenimento dei contratti di secondo livello collettivi vigenti in Vodafone venivano meno, probabilmente avrebbero fatto altre scelte.
I lavoratori ritengono che una maggiore attenzione dei percorsi di
coinvolgimento e mobilitazione avrebbero permesso un esito più tutelante.
Bisogna ora operare nelle commissioni e tavoli futuri per evitare ulteriori arretramenti."
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CRALT ed ASSILT Telecom: i diritti di veto sfregiano la democrazia
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venerdì 2 agosto 2013
Telecom: Votazioni al 1254 Bologna
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giovedì 1 agosto 2013
OPEN ACCESS AOA: SCIOPERO E FRANCHIGIA Finalmente TELECOM si muove
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lunedì 22 luglio 2013
Il Sindacato ed i grilli parlanti
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venerdì 19 luglio 2013
Vodafone: cambiare rotta
Nel nostro piccolo e nella nostra quotidianità vogliamo assicurare ai lavoratori di Bologna, alle Organizzazioni Sindacali e all’azienda che finché avremo rappresentatività ci impegneremo per difendere il lavoro, il salario e il Sindacato.
RSU Vodafone Bologna
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Telecom: Nuove turnistiche OPEN ACCESS AOA
Nuove
turnistiche OPEN ACCESS AOA:
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martedì 4 giugno 2013
Richiesta chiarimenti sulle modalità di approvazione accordo Telecom 27 marzo
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giovedì 9 maggio 2013
Accordo Vodafone: fermati i licenziamenti e le esternalizzazioni
Grazie alla fermezza della delegazione questi punti sono stati tutti raggiunti; in particolare non solo per 36 mesi l'azienda si impegna a non licenziare né esternalizzare, ma si impegna anche a non delocalizzare all'estero ulteriori volumi di attività, ipotizzando anzi delle riduzioni di tali attività. Come segnala il comunicato nazionale, è la prima volta che ci troviamo di fronte ad una inversione di tendenza sul piano delle delocalizzazioni.
Purtroppo, nonostante i nostri ripetuti sforzi (vedi ordine del giorno dell'assemblea di Bologna), la delegazione nazionale non e' riuscita a mantenere a maggioranza la decisione di voto finale sulle parti residue proprie del secondo livello, come il PdR. Riteniamo questa scelta un errore che bisogna assolutamente evitare di ripetere.
L'apporto del voto sarebbe stato utile e necessario a fronte della decurtazione dal Premio delle "malattie brevi".
Ringraziamo tutti le lavoratrici ed i i lavoratori per il sostegno e la solidarieta' che ci hanno permesso di concludere questa difficile vertenza e che ci deve sostenere nella nuova fase di gestione di questo accordo.
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sabato 4 maggio 2013
Telecom: VOTAZIONI CRALT Emilia Romagna
2 LEONARDI STEFANO (MO) 2 MONTEVECCHI SILVANA (BO)
3 CANCELLIERI IVAN (RN) 3 FORNI ERMANNO (PR)
4 TINELLI ANTONIO (PR)
5 PISTOROZZI CARLA (BO)
6 BUSI PAOLO (BO)
7 VIGNALI MICHELE (FE)
8 CAGIOTTI MASSIMO (FC)
9 DESSÌ MARIA ANGELA (BO)
10 CAPPANERA MARCO (BO)
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venerdì 3 maggio 2013
Comunicazione agli iscritti Slc Cgil del Teatro Comunale 3 maggio 2013
Comunicazione agli iscritti Slc Cgil del Teatro Comunale
Segnaliamo come l'azione costante del sindacato, azione che sottolineiamo avvenuta con modalità unitarie, sia riuscita a dare risposte ad alcuni dei problemi sollevati dai colleghi negli ultimi periodi:
- gli straordinari dei reparti tecnici sono stati finalmente pagati; anche se per ottenerlo siamo dovuti arrivare quasi alle soglie di una mobilitazione; rimane ancora aperta la verifica sulle eccedenza del Coro.
- è stato finalmente riconosciuto il meccanismo, da noi ripetutamente richiesto, di rendicontazione alla quarta settimana delle ore effettuate, al fine di evitare involontari superamenti oltre la soglia delle ore di lavoro ordinario mensili.
- sulla Sicurezza due segnalazioni che il Rappresentante Lavoratori alla Sicurezza Giacomo Di Lernia aveva avanzato sono state affrontate:
-- il tetto è stato riparato per eliminare le infiltrazioni di acqua
-- gli orari di attività sul palco di tecnici e facchini non saranno più sovrapposti.
Vi terremo informati su ulteriori sviluppi.
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Elezioni ASSILT Telecom
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venerdì 5 aprile 2013
Telecom: raggiunto un accordo difficile per garantire l'occupazione durante la Crisi
Per la prima volta dopo battaglie lunghe anni si trova una soluzione conclusiva per la salvaguardia della Directory Assistance (in particolare per i lavoratori del 1254) e per la prima volta si trasformano le regole per utilizzo da parte dei tecnici dell'auto aziendale dalla propria abitazione, da discrezione aziendale a norma certa e tutelante per tutti.
Quindi da questo punto di vista un accordo importante che va gestito e sviluppato con attenzione;
le contrarietà manifestate nelle assemblee della nostra regione, che hanno portato la nostra delegazione ad esprimere un No al mandato richiesto, riguardano alcuni evidenti limiti di questo accordo(sui dettagli rimandiamo ai precedenti comunicati pubblicati su questo sito), limiti che sono conseguenza a nostro avviso inevitabili del metodo negoziale utilizzato:
1- l'assenza di un voto finale sull'ipotesi di accordo (ovvero di un voto su un mandato conclusivo, modificabile solo in meglio) sottrae alla delegazione trattante un elemento di ponderazione, di prudenza e di forza;
2- è chiaro che per noi il voto non può essere fatto su licenziamenti; per questo bisognava distinguere bene la parti strettamente collegate all'uso di ammortizzatori sociali da quelle che afferivano alla contrattazione del secondo livello- al limite, piuttosto che inserire solo arretramenti difensivi, conveniva aprire su tutta la piattaforma di secondo livello, incluso le richieste acquisitive;
3- le tempistiche ingiustificatamente ristrette, fanno passare senza adeguato approfondimento tecnico e politico testi complessi su argomenti delicati (vedi pdr) che quindi al di là delle apparenze sono stati interamente predisposti in sedi sottratte al confronto ad alla visibilità;
4- l'assenza di un supporto conflittuale -nemmeno l'idea di una apertura di mobilitazione- induce i lavoratori a credere che le scelte intraprese siano ineluttabili e prive di alternative, cosa che non è mai vera ed utile.
Infine una puntualizzazione sull'importante ruolo svolto dai nostri delegati regionali:
a Roma durante le oltre 48 ore di trattativa sulla riorganizzazione Telecom ci sono stati 3 momenti in cui la delegazione sindacale (71 componenti di cui 28 SLC) ha dovuto decidere tramite voto:
3)Voto finale sulla firma dell'accordo: le 2 RSU SLC si sono astenute.
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