I Lampadieri

In questa notte scura, qualcuno di noi, nel suo piccolo, é come quei "lampadieri" che, camminando innanzi, tengono la pertica rivolta all'indietro, appoggiata sulla spalla - con il lume in cima. Così, il "lampadiere" vede poco davanti a sè - ma consente ai viaggiatori di camminare più sicuri. Qualcuno ci prova. Non per eroismo o narcisismo, ma per sentirsi dalla parte buona della vita. Per quello che si é. Credi.

Tom Benetollo

venerdì 19 luglio 2013

Vodafone: cambiare rotta

Al raggiungimento del target di lavoratori previsti dalla procedura di licenziamento collettivo messa in atto da Vodafone, la RSU di Bologna vuole intervenire brevemente su alcuni concetti, a nostro avviso inesatti, espressi dall’azienda e dalle segreterie nazionali di SLC CGIL, Fistel CISL e Uilcom UIL nel comunicato di ieri 17 luglio.

Non pensiamo di essere di fronte a una "nuova fase di relazioni industriali", come proclamato da più parti. Temiamo invece di essere di fronte a una deriva del vecchio, solito, fallimentare schema di relazioni industriali che purtroppo sta già da tempo soffocando il dibattito tra i lavoratori italiani, sta neutralizzando il contributo di analisi e di proposte dei loro rappresentanti e in Vodafone ha annacquato la critica delle gravi scelte manageriali degli ultimi anni.

Non elenchiamo nuovamente le perplessità, che nelle assemblee di Bologna sono state lungamente discusse, in merito all’assenza di mobilitazione e di procedure di validazione degli accordi (non c’è stato il voto finale dei lavoratori che a maggioranza lo avevano richiesto e si è unito il contratto di secondo livello ai licenziamenti in un unico pacchetto "prendere o lasciare" - violando regolamenti appena firmati dalle sigle sindacali), ma ci vogliamo soffermare sull’ultimo comunicato delle segreterie nazionali.

E’ imbarazzante ammettere come questo comunicato abbia spiazzato tutti i lavoratori, soprattutto quelli che questa trattativa l’hanno seguita da vicino dal primo giorno fino alla convocazione aziendale di lunedí scorso, in cui abbiamo sentito cose un po’ diverse da quelle descritte dalle Segreterie Nazionali.

Lunedí abbiamo infatti sentito Vodafone parlare di mercato in fase di grave peggioramento rispetto alla già critica situazione dell’anno scorso, abbiamo sentito parlare di riorganizzazioni da attuare in tempi veloci (anzi "freneticamente", già questa estate), abbiamo sentito parlare di budget per le incentivazioni terminato.

Non abbiamo sentito l’azienda parlare di scelte strategiche, non abbiamo sentito parlare di investimenti sulle persone, non abbiamo sentito spiegazioni sul futuro della Rete, di tutta la divisione di technology, della formazione e del call center.

Abbiamo invece sentito l’azienda ringraziare i sindacati.

La "cogestione" azienda/sindacati delle problematiche di Vodafone (un’idea di per sé ancora tutta da applicare e verificare) non deve essere un tabù, ma non può neanche essere un alibi aziendale per scaricare sul sindacato scelte impopolari un giorno, per poi non condividere criteri e informazioni sulle procedure in atto il giorno dopo.

I delegati RSU hanno dolorosamente accettato la grave responsabilità di firmare due mesi fa un accordo che prevede licenziamenti collettivi a fronte di un (vaghissimo) piano di sviluppo serio e credibile, è quindi incomprensibile leggere oggi parole come: «alla luce delle tante richieste pervenute dal call center a cui non è stato possibile dar seguito e che hanno creato malumore nei lavoratori e a cui abbiamo il dovere di dare risposte magari ragionando su percorsi di uscita che soddisfino la richiesta e nel contempo un percorso di assunzioni che permettano di portare nuova linfa in Vodafone».

Queste cose non sono state assolutamente dette lunedí scorso, non sono state condivise con il Coordinamento RSU, e sono quindi ad oggi destituite da ogni autorevolezza.

Se la "nuova fase di relazioni industriali" vuol dire passare dalla tutela del posto di lavoro al suggerire all’azienda incentivazioni di gruppo per rimpiazzare stanchi lavoratori "demotivati" con giovani vivaci precari, allora vuol dire che i ruoli delle controparti si stanno invertendo.

Se dalla denuncia dello stress nel call center e dall’indagine sulle sue cause si passa alla volontà di risolverlo uccidendo il paziente, allora vuol dire che una parte del Sindacato sta rinunciando al proprio ruolo storico.

Se l’entusiasmo di azienda e segreterie nazionali è passato dall’individuare forme di investimento su formazione e welfare aziendale nell’ultimo CCNL, alla liquidazione di professionalità decennali sostituite da lavoro precario delocalizzato all’estero, cancellando know-how, qualità del servizio e clienti, allora vuol dire che la "cogestione" della crisi sta diventando "complicità" nella crisi.


Nel nostro piccolo e nella nostra quotidianità vogliamo assicurare ai lavoratori di Bologna, alle Organizzazioni Sindacali e all’azienda che finché avremo rappresentatività ci impegneremo per difendere il lavoro, il salario e il Sindacato.
RSU Vodafone Bologna

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