I Lampadieri

In questa notte scura, qualcuno di noi, nel suo piccolo, é come quei "lampadieri" che, camminando innanzi, tengono la pertica rivolta all'indietro, appoggiata sulla spalla - con il lume in cima. Così, il "lampadiere" vede poco davanti a sè - ma consente ai viaggiatori di camminare più sicuri. Qualcuno ci prova. Non per eroismo o narcisismo, ma per sentirsi dalla parte buona della vita. Per quello che si é. Credi.

Tom Benetollo

venerdì 29 novembre 2013

WIND: COMUNICATO SU TELELAVORO


Il 20 novembre u.s. si è tenuto a Roma il secondo incontro nazionale sul Telelavoro.
Con questo comunicato le Rsu di Bologna intendono fare il punto sulla discussione e sullo stato
della trattativa con l’Azienda.
Durante la giornata del 20/11 si è trattato l’argomento telelavoro su due livelli: un primo
livello di carattere normativo, sul quale si sono registrati alcuni avanzamenti tra le parti che
elenchiamo:
 L’Azienda ha convenuto di eliminare la possibilità di assumere in telelavoro. Il criterio
era infatti discordante con il requisito dell’anzianità di almeno un anno nella funzione
svolta dal Dipendente e con il concetto di volontarietà, in quanto il telelavoro in fase di
assunzione potrebbe non essere reversibile.
 Con riferimento ai criteri per eventuali graduatorie, in caso di domande più elevate
rispetto alle disponibilità, è stata introdotta la causale relativa alla necessità di assistere
parenti disabili conviventi (in precedenza la previsione si limitava ai figli disabili).
 E’ stato ridotto a 9 mesi, invece dei 12 proposti inizialmente, il periodo dopo il quale un
lavoratore può richiedere il rientro in Azienda a fronte di mutate esigenze personali.
 Per quanto riguarda il domicilio si è condivisa l’interpretazione per la quale non sarà
condizione ostativa al Telelavoro il caso in cui il domicilio sia fuori dalla regione dove è
presente l’unità produttiva di provenienza. Inoltre l’Azienda si è dichiarata disponibile a
prevedere, in casi di distanze considerevoli, la possibilità di gestire i rientri presso la
sede amministrativa più vicina al domicilio.
 In materia di orario di lavoro si è convenuto di ricondurre al tema delle flessibilità
previste dalla Legge in caso di prestazioni rese nell'ambito di rapporti di telelavoro
domiciliare, legandole alla disciplina del CCNL e quindi all’informativa preventiva alla
RSU onde evitare possibili interpretazioni sfavorevoli per Lavoratrici e Lavoratori.
 Abbiamo inoltre registrato disponibilità aziendali affinché, come richiesto in tutte le
assemblee dopo il regime di sperimentazione, si possano allargare gli ambiti di
applicazione del Telelavoro ed anche delle modalità.
Sul secondo livello, quello economico, le posizioni rimangono invece distanti. L’Azienda ha
riproposto, senza scostarsi dall’ipotesi iniziale del 9 ottobre e senza dare disponibilità di mediazione, un importo forfettario omnicomprensivo, che coprirebbe le spese assunte dal Lavoratore (comprese quelle di connessione ADSL) di soli 40€ lordi. Al Telelavoratore, inoltre, non verrebbero riconosciuti i ticket per i pasti.
La Delegazione Sindacale Slc-Fistel-Uilcom, ha ritenuto questa cifra insufficiente, perché non
equilibrata rispetto al bilancio tra costi e benefici che coinvolgeranno il Telelavoratore da una
parte e l’Azienda dall’altra. Tale considerazione è inoltre sostenuta dalle condizioni contrattate
in altre Aziende del settore che hanno già raggiunto accordi in materia, economicamente non
paragonabili alla proposta di Wind, perché oltre ad avere un compenso forfettario sensibilmente più alto, mantengono, in molti casi, il trattamento pasto tramite convenzione o ticket restaurant.
Siamo consci della situazione economica del settore e recepiamo con favore le rassicurazioni
aziendali sulla totale volontarietà della scelta, tuttavia non possiamo ignorare i mandati delle
assemblee che in merito si sono espresse per un riconoscimento economico più equo.
RSU e OO.SS. si sono sedute al tavolo di trattativa sul Telelavoro con l’obbiettivo di
sottoscrivere un accordo di miglior favore rispetto a quanto già previsto da CCNL e Accordi
Interconfederali, partendo dal presupposto condiviso, che il Telelavoro è un importante
strumento di conciliazione dei tempi di vita e lavoro.
L’auspicio e l’invito fatto da parte sindacale in conclusione dell’incontro è che l’Azienda,
partendo dagli avanzamenti condivisi sulla parte normativa, riconsideri l’indisponibilità a
trattare sulla parte economica affinché si possa approdare ad un Accordo condiviso al più
presto.
Le RSU di Bologna

sabato 16 novembre 2013

telecom avanti TUTTA -comunicato unitario

La scorsa settimana abbiamo tenuto Assemblee Telecom in tante realtà dell’Emilia Romagna.
Abbiamo condiviso con le lavoratrici e i lavoratori del gruppo Telecom Italia tutte le preoccupazioni (qualcosa di più) sulla nuova “era” Telefonica in Telecom Italia.
Sono fortemente a rischio gli interessi nazionali, indipendentemente dal passaporto di Telefonica.
Non c’è solo la questione, già presente nel passato, della sicurezza delle comunicazioni del paese, che deve essere ovviamente finalmente affrontata, ma ci sono molte perplessità sulla possibilità che il settore delle TLC, da tutti indicato come uno dei settori volano per la ripresa economica in Italia e in Europa, possa disporre delle risorse economiche necessarie per lo sviluppo della RETE a banda ultralarga, come previsto dal progetto della UE che prevede entro il 2018 la copertura della nuova RETE per il 60% della popolazione (siamo circa al 14% di copertura, contro il 30% medio degli altri paesi europei).
Un ruolo fondamentale in questo progetto dovrebbe giocarlo Telecom Italia, ma riteniamo difficile che Telefonica, causa l’alto indebitamento e probabilmente lo scarso interesse, possa garantire i necessari investimenti.
E non può non essere anche un interesse nazionale la sopravvivenza di una delle pochi grandi aziende rimaste sul territorio nazionale, operante anche al di fuori dei confini nazionali.
Non è infatti solo fortemente a rischio per il futuro il perimetro occupazionale (spezzatino societario e conseguenti ricadute occupazionali), in virtù del modello organizzativo che Telefonica adotta da anni in “casa propria”, ma è anche a rischio nell’immediato la tenuta finanziaria della Telecom. Non procedendo ad una vera ricapitalizzazione (e non finta come lo è il bond convertendo sa 1,3 miliardi di EURO scaturito dal CDA del 7 novembre) di Telecom, il declassamento del debito già decretato da parte di alcune società di rating, porterà ad un sempre maggiore esborso economico che Telecom dovrà pagare in interessi per continuare a finanziare il debito (debito che non ci stancheremo mai di ricordare non frutto di bilanci negativi, ma frutto delle varie scalate societarie appunto a debito, successivamente scaricato su Telecom), mettendo in discussione la sostenibilità economica di Telecom.
Quanto scaturito dal CDA Telecom del 7 novembre conferma in larga parte le nostre preoccupazioni.
Non sono stati annunciati esuberi (e difficilmente poteva essere diversamente visto che la maggior parte dei lavoratori sono in CdS fino alla metà del 2015, ma dopo……..), ma è ben presente un mix di finanza creativa già tristemente nota nel passato di Telecom (vendita e successivo riaffitto delle torri e degli immobili rimasti), unitamente alla vendita/svendita di un asset importante e altamente remunerativo: Telecom Argentina.
E’ anche annunciato un impegno per investire circa 9 miliardi di EURO nel corso del triennio 2014-2016, senza però minimamente menzionare dove e come sarà reperita questa cifra.
Riteniamo che a questo punto l’unica soluzione percorribile sia quella di riportare le TLC sotto il controllo pubblico, garantendo l’unicità aziendale di Telecom e gli investimenti.
Consci che per la portata degli interessi in campo e per i potenziali rischi, il solo Sindacato e i lavoratori non sono in grado da soli di sostenere tale peso, abbiamo provveduto quindi sin da subito, oltre a sensibilizzare i mezzi di informazione/l’opinione pubblica, a coinvolgere la Politica e le Istituzioni pubbliche a tutti i livelli.
A livello regionale si è dato corso a più incontri informativi con i Parlamentari eletti sul territorio.
A livello nazionale si è proceduto alle audizioni c/o le Commissioni Parlamentari Trasporti/TLC di Camera e Senato, unitamente alla partecipazione e organizzazione di incontri pubblici sul tema e si è richiesto (unitamente alle Confederazioni CGIL CISL UIL) a più riprese un incontro con il Governo, che sciaguratamente ad oggi non ha ricevuto nessuna risposta.
Unitamente ai lavoratori del nostro territorio riteniamo a questo punto non più eludibile e indispensabile l’apertura di una vertenza e di una mobilitazione nazionale.
La situazione è complessa ed in uno stadio molto avanzato, ma è ancora fluida e si può (si deve) quindi ancora condizionare gli eventi.

Bologna, 18 novembre 2013



Le Segreterie Regionali E.R.

giovedì 24 ottobre 2013

documento situazione telecom : posizione slc-cgil

SITUAZIONE TELECOM E POSIZIONE SLC-CGIL IN SINTESI
VALORE DI TELECOM:
alcuni dati
1997 -> Privatizzazione di Telecom e lo Stato vende il 35,2% delle azioni possedute e incassa 13
m.di di EURO (2,07 ad azione) e di riflesso il valore complessivo di Telecom è di circa 38 m.di di
EURO
1999 -> a seguito OPA il 51% delle azioni “acquistate” dalla finanziaria BELL di Colaninno e altri per
circa 31 m.di di EURO, di riflesso valore complessivo di Telecom circa 62 m.di (sono anche gli anni
della bolla di Internet in Borsa).
2001 -> subentra la finanziaria Olimpia di Tronchetti Provera e altri, non procedendo però con un
OPA, ma “acquistando” in trattativa privata da BELL la quota azionaria posseduta del 23%
sufficiente per governare Telecom, per un valore economico di più del doppio rispetto alle
quotazioni di Borsa allora correnti (per un valore complessivo teorico dell’intera Telecom di circa
68 m.di di EURO).
Entrambe le operazioni sono fatte con la “tecnica” di leverage by out (vietata nella maggior parte
dei paesi capitalistici): si compra facendosi finanziare dalle banche e poi si scarica il debito sulla
società “acquistata”.
2013 -> agli attuali valori di Borsa oggi Telecom vale circa 10,8 m.di di EURO.
I ricavi del 2012 sono stati circa di 30 m.di di EURO e il debito è di circa 28 m.di EURO.
I dipendenti Telecom sono circa 43 mila e diverse migliaia nel Gruppo Telecom tra i quali spiccano i
circa 3500 di TI Information Tecnology.
OPERAZIONE TELEFONICA:
Il 22,4% delle azioni Telecom Italia (quota che ad oggi consente di governare Telecom) sono in
possesso della società TELCO.
Gli attuali soci TELCO sono: Telefonica, Intesa, Mediobanca e Generali.
In data 23 settembre 2013 i soci TELCO, alla vigilia della scadenza del patto di Sindacato che unisce
i 4 soci e alla vigilia della scadenza di una parte del debito di circa 1 m.do di EURO che andava
rifinanziato, si sono accordati per cedere tutte le azioni della società a Telefonica in tre fasi:
1) Telefonica passerà a possedere il 66% di TELCO sborsando 324 m.ni di EURO
2) Telefonica passerà al 70%
3) A gennaio 2014 Telefonica potrà acquistare il 100% di TELCO, sborsando complessivamente
(solo) 850 m.ni di EURO per il controllo di Telecom.
SCENARIO:
Telefonica è uno dei più grandi operatori di TLC nel mondo, ma è gravata di un pesantissimo
debito che alla fine del 2013 dovrebbe attestarsi a 47 m.di di EURO e a questi si aggiungerebbero
quelli di Telecom Italia (28).
La UE ha deliberato che entro il 2018 i paesi membri dovranno garantire una copertura del 60%
del proprio territorio nazionale con la banda ultralarga, in modo da consentire di veicolare i servizi
della Pubblica Amministrazione, in un’ottica di miglior servizio all’utente e di risparmio dei costi di
gestione del servizio e questo richiede ingenti investimenti (svariati miliardi di EURO).
C’è un problema di sicurezza relativa alla trasmissione dei dati e della voce, quindi di sicurezza
nazionale, che va indubbiamente risolto, anche se questo problema non scaturisce dalla mossa di
Telefonica, ma è un problema da sempre presente ed è slegato dal tipo di passaporto del
principale azionista di turno (se trattasi di privato).
Il pieno controllo di TELCO e conseguentemente il controllo di Telecom Italia, comporterà la
vendita certa di TIM Brasile e Argentina dove i ricavi attuali (circa il 30% dei ricavi complessivi di
Telecom) e previsti sono alti ed essendo tale vendita imposta dalle Autority di quei paesi
(Telefonica è anch’essa presente su quei mercati con VIVO), si tratterà senza dubbio di una
svendita (visto l’obbligo di vendere) e privando quindi Telecom sia di ricavi futuri cospicui, sia di un
valore congruo per la vendita.
Al netto della crisi economica mondiale: la tenuta occupazionale del gruppo Telecom Italia, la
capacità di Telecom di poter giocare un ruolo nell’inevitabile riassetto delle TLC in Europa e nel
mondo, quindi la salvaguardia di una delle pochi grandi aziende italiane, sono a rischio al cospetto
di questa manovra di Telefonica.
ANALISI E PROPOSTE DI SLC-CGIL:
Per la SLC-CGIL l’avvio del percorso di acquisizione del controllo di Telecom Italia da parte di
Telefonica, in totale assenza di un piano industriale è già di per sé un fatto allarmante.
Per quanto ci riguarda Telefonica difficilmente sarà in grado di presentare un piano industriale
all’altezza della situazione. L’alto indebitamento non consentirà di procedere agli investimenti
necessari per lo sviluppo delle TLC in Italia e non consentirà di procedere ad una ricapitalizzazione
di Telecom (3/5 m.di), indispensabile per evitare l’imminente declassamento del debito Telecom
da parte delle maggiori agenzie di rating.
Sarà fortemente a rischio l’unicità aziendale, quindi il perimetro occupazionale, in quanto
Telefonica, oltre alla necessità di fronteggiare l’elevato debito, opera con un modello industriale
che fa leva sul ricorso agli outsourcer (in particolare nel campo dei Customer).
L’eventuale scorporo della RETE non risolverebbe nessuno dei problemi in campo.
Sicuramente non quello della sicurezza delle comunicazioni (che non si può circoscrivere al solo
mezzo di trasporto).
Metterebbe a rischio la tenuta occupazionale, non solo per chi sarà fuori dalla società della RETE,
ma anche per coloro che saranno all’interno, in quanto saranno fortissime le pressioni dei gestori
dei servizi di TLC per pagare un basso prezzo per il noleggio della RETE, con tutte le conseguenze
del caso.
Lo “spezzatino” societario sarebbe la fine di Telecom Italia ed impedirebbe quindi al nostro paese
di giocare un ruolo (piccolo o grande che sia) nel processo internazionale di ristrutturazione del
Settore. Relegherà la società delle RETE ad operare unicamente sul domestico e l’altra parte di
Telecom diverrà unicamente un brand commerciale di Telefonica o altri.
In nessun altro paese Europeo (ad eccezione del Portogallo) si è dato corso alla scorporo della
RETE dalla società TLC ex monopolista, inoltre nella stragrande maggioranza dei paesi europei i
rispettivi Stati hanno mantenuto un controllo pubblico sulla società ex monopolista e/o sulle TLC
(in diversi casi mantenendo anche una cospicua partecipazione azionaria).
A prescindere dall’operazione Telefonica, Telecom Italia non può comunque avere un futuro
industriale.
Le privatizzazioni in Italia, almeno questo tipo di privatizzazione di Telecom sta andando incontro
ad un disastro industriale.
Lo Stato deve intervenire in questo settore strategico e riportare le TLC sotto il controllo pubblico.
Controllo pubblico che può declinarsi in diversi modi e, relativamente a Telecom Italia, come SLC-
CGIL individuiamo come percorribile la strada dell’ingresso della Cassa Depositi e Prestiti (CDP)
direttamente nell’azionariato di Telecom Italia (e successivamente dovrà essere individuato un
partner industriale, che difficilmente potrà essere Telefonica a causa della sovrapposizione di
interessi in America Latina).
AZIONI INTRAPRESE E DA INTRAPRENDERE:
Di fronte a questo complesso scenario, in cui gli interessi nazionali indubbiamente si intrecciano
con le sorti di un’azienda privata operante in un Settore strategico per il paese, il Sindacato e la
Proprietà non possono essere unici interlocutori, ma lo Stato deve giocare un ruolo attivo.
La SLC ha avviato in primo luogo un confronto al proprio interno, procedendo anche a sessioni di
approfondimento sulla natura della CDP.
Consci che da soli, in questo caso, è possibile spostare ben poco, il confronto è stato esteso anche
in seno alla CGIL (con la quale c’è piena unità di intenti) e con FISTel e UILCOM e rispettive
confederazioni CISL e UIL, con l’obbiettivo di coinvolgere il Governo e il Parlamento.
Unitariamente sono stati richiesti incontri al Governo e alle Commissioni Parlamentari che si
occupano delle TLC (incontro previsto per il 22/23 ottobre).
Per metà Novembre è previsto un confronto pubblico tra il Segretario CGIL Camusso e il Ministro
Zanonato.
In tutte le regioni si sta procedendo ad incontri con Parlamentari eletti nella singola regione.
Si sta cercando di essere presenti in tutti i dibattiti pubblici di approfondimento.
In data 4 ottobre si è tenuto il primo incontro con Telecom “era Telefonica”, in cui unitariamente
SLC FISTel UILCOM hanno sollecitato un Piano Industriale e chiesto il rispetto degli accordi
sindacali sottoscritti in data 27 marzo 2013, stipulati nell’ottica della tutela del perimetro
aziendale (no allo spezzatino societario).
Al cospetto delle risposte interlocutorie dell’Amministratore Delegato (rimandando il tutto al
prossimo CDA del 7 novembre), sono state immediatamente aperte le Procedure di
Raffreddamento previste dalla Legge 146 per la proclamazione dello sciopero.
Il tutto ovviamente non può prescindere dal pieno coinvolgimento delle lavoratrici e dei lavoratori
del Gruppo Telecom Italia (da rammentare il presidio sindacale a Piazza Affari Milano in occasione
del CDA Telecom del 3 ottobre 2013) ed a breve sarà avviato un primo ciclo di Assemblee in tutta
Italia per confrontarsi. 

Bologna, 22/10/2013
Vincenzo Bellaspica
Coordinatore SLC-CGIL E.R. per Telecom


lunedì 30 settembre 2013

Telecom: vinta altra causa per il reintegro lavoratori in somministrazione

Ennesima conferma della lotta promossa dalla SLC CGIL per la stabilizzazione dei precari in Telecom.
 
Il nostro studio legale ha seguito un lavoratore che aveva vinto una causa di reintegro in primo grado come ex somministrato, contro l'appello proposto da Telecom.
 
Anche in questo caso, l'appello e' stato respinto, con conseguente conferma della pronuncia favorevole al lavoratore di primo grado.
 
Una buona notizia, per la difesa dell'occupazione, anche per tanti altri lavoratori che possono trovarsi in condizione analoghe.

 

venerdì 27 settembre 2013

Telecom: una operazione dannosa

L'operazione con cui Telefonica ha acquisito la quota di controllo di Telecom Italia è dannosissima.
Dannosa per il Paese, perché porterà a disinvestimenti  dovuti all'accumulo di debiti, alla sottocapitalizzazione, agli interessi concorrenti in America Latina.
Dannosa per i lavoratori, con ipotesi di scorporo, di spezzatino, con il modello Telefonica che in Spagna esternalizza Call Center ed Information Technology.
E questo è avvenuto con l'apparente disinformazione e disorientamento di una pessima classe politica e di una disastrata classe imprenditoriale.

L'operazione è solo l'ultima conseguenza di una privatizzazione sbagliata, in se e per come è stata realizzata, che non ha pari in Europa, che è stata pagata dalla collettività con l'esproprio di un Bene Comune e il crollo degli investimenti sulla Rete, ed è stata pagata dai lavoratori con 80mila lavoratori persi per strada e tanti sacrifici su reddito e diritti.

Le Telecomunicazioni (il sistema delle Telecomunicazioni) devono rientrare sotto controllo pubblico. Ed aggiungo che deve essere un processo integrato a livello europeo.

E' vero che la Rete è un monopolio naturale difficilmente replicabile (ma lo scoprono ora?), è vero che ci sono problemi di sicurezza dei cittadini, di privacy, di tutela democratica (non dimentichiamoci dei lavoratori Telecom illegalmente spiati che ancora attendono giustizia), è altrettanto vero che tentare di porvi rimedio scorporando solo la Rete di Telecom, oltre che operazione improbabile sotto molti profili, rischia di aggiungere danno al danno.

Se da un lato è necessario riportare le TLC sotto controllo pubblico, questo non può avvenire accollando sulla collettività costi enormi, danneggiando irreparabilmente l'integrità di una azienda strategica, facendo pagare ai lavoratori ulteriori costi, smentendo gli accordi sindacali sulle tutele di perimetro sottoscritti  con grande sacrificio dei lavoratori. Ed è quello che avverrebbe scorporando solo la Rete  e solo la Rete di Telecom.

Il governo ha la responsabilità di intervenire per riportare sotto controllo pubblico questo asset strategico garantendo l'unità aziendale, lo sviluppo della banda ultralarga ed i livelli occupazionali.

mercoledì 7 agosto 2013

Ciao Federica



 Federica c'era sempre. Alle manifestazioni della Telecom ed a quelle della Cgil. A Bologna come a Roma. In prima fila, con quel sorriso enigmatico e dolce di chi la vita l'ha dovuta sempre affrontare a viso aperto qualunque fosse il peso da portare. Ed il suo peso doveva essere gigantesco. Ci giunge una notizia fredda come una lama nel cuore: Federica Lenzi ha preso ieri una decisione definitiva, quella scelta che per chi rimane è sempre inconcepibile.

In questo torrido mese di gelata solitudine, da oggi saremo tutti più soli, confortati solo del suo intenso ricordo.

 Ciao Federica.

07 agosto 2013


I compagni della RSU Telecom e della SLC CGIL.

PS   l'ultimo saluto a Federica verrà dato martedì 13 agosto alla Sala Commiato via De Gasperi  a Borgo Panigale

Telecomunicazioni: convegno internazionale sulla ristrutturazioni delle Telecom in Europa

Lo scorso  maggio si è tenuto alla London School of Economics and Political Science di Londra la Conferenza di presentazione del progetto di ricerca  "Alternative routes to good jobs in the service economy: Employment restructuring and HRM in telecommunications firms" percorsi alternativi per un giusto lavoro nell'economia dei servizi: ristrutturazioni e gestione risorse umane nelle società di telecomunicazione (vedi programma) .  

E' un  progetto di ricerca sui processi di ristrutturazione nelle telecomunicazioni durato tre anni e che ha coperto 10 ex-monopolisti negli Stati Uniti e in Europa.
La prima parte del progetto presenta una comparazione delle differenze di mercato, di struttura societaria e istituzioni nelle 10 aziende e nei rispettivi Paesi. Successivamente facciamo un analisi comparata 1) della riduzione del personale; 2) della diversificazione dei contratti di lavoro; 3) dell’organizzazione del lavoro e della gestione delle risorse umane. Nella relazione si evidenziano le "best practices" che sono andate a vantaggio sia del management che dei lavoratori.

Alla Conferenza è stato invitato a partecipare Antonio Rossa della  SLC CGIL  Emilia Romagna, in qualità di relatore nel panel "Restructuring employment after market liberalization: Alternative approaches to downsizing and organizational change".

Il contributo fornito dalla nostra categoria si è concentrato su uno degli aspetti più gravi dei processi di riorganizzazione delle tlc in Italia, ovvero il tema delle esternalizzazioni e la lotta per le clausole sociali. (leggi relazione).

martedì 6 agosto 2013

Ericsson: votazione sull'ipotesi d'accordo del 26 luglio

Riteniamo importante che nel settore delle Telecomunicazioni si sia ritornati alla norma di far votare i lavoratori sulle ipotesi di accordo. A nostro avviso per completare il percorso è necessario tenere più disitinti possibili gli accordi di alternativa ai licenziamenti, su cui va richiesto mandato non vincolante, e accordi su materie specifiche del secondo livello, su cui oltre al mandato ci vuole sempre il voto di validazione dei lavoratori.
Il 1 Agosto 2013 si è tenuta l'assemblea dei lavoratori della Emilia Romagna della Ericsson Telecomunicazioni S.p.A. per  presentare e votare l’ipotesi di accordo firmata in data 26 Luglio 2013 con il seguente risultato:
PRESENTI: 23
FAVOREVOLI: 5
CONTRARI: 18
ASTENUTI: 0
 I lavoratori hanno votato un odg che riporta:

"L’assemblea dei lavoratori dell’Emilia Romagna esplicita che la votazione negativa è dovuta alla presenza di modifiche peggiorative degli accordi di 2° livello aziendali ma anche del CCNL, in particolare degli accordi di armonizzazione fatti
in concomitanza di cessioni di ramo verso Ericsson.
I lavoratori ex Vodafone, se avessero saputo che dopo 2 anni le garanzie previste dall’accordo di armonizzazione in merito al mantenimento dei contratti di secondo livello collettivi vigenti in Vodafone venivano meno, probabilmente avrebbero fatto altre scelte.
I lavoratori ritengono che una maggiore attenzione dei percorsi di
coinvolgimento e mobilitazione avrebbero permesso un esito più tutelante.
Bisogna ora operare nelle commissioni e tavoli futuri per evitare ulteriori arretramenti."

CRALT ed ASSILT Telecom: i diritti di veto sfregiano la democrazia

La vicenda del Commissariamento Cralt e Assilt documentata dal comunicato nazionale(leggi), oltre a mettere a nudo la pochezza di alcune organizzazioni minoritarie, dimostra per noi l'assoluta inadeguatezza delle regole esistenti: non accettiamo che l'alternativa sia fra l'imposizione nella nostra regione  di un commissario da Roma o l'imposizione, sempre da Roma, di un delegato inesperto del territorio. Denunciamo come sia  mancato totalmente il coinvolgimento della Struttura Regionale laddove invece il l confronto avrebbe dovuto  coinvolgere, in una prima fase, anche gli eletti della regione.
In particolare le elezioni CRALT in E.R. ci hanno indubbiamente consegnato i numeri per avere il Delegato "targato" SLC e riteniamo di aver indicato un candidato di comprovata esperienza e capacità per ricoprire questo ruolo fondamentale per il buon funzionamento del CRALT, in considerazione delle responsabilità previste per tale ruolo dal nuovo Statuto. Come SLC nelle elezioni abbiamo ricevuto 715 voti (520 tra gli attivi).
 La gestione del welfare Telecom della Emilia Romagna è stata sempre di eccellenza e non ci sono mai stati problemi di equilibrio fra le OO.SS., ad esempio quando la Presidenza regionale del CRALT era determinata sul territorio abbiamo anche sperimentato un sistema di rotazione.
Auspichiamo che tale ferita venga quanto prima sanata.

venerdì 2 agosto 2013

Telecom: Votazioni al 1254 Bologna


La votazione tenutasi nell’assemblea di Bologna delle lavoratrici e dei lavoratori della Directory Assistance – servizio 1254, sull’ipotesi di accordo sottoscritta in data 23 luglio relativamente alla nuova turnistica, ha avuto il seguente esito:

quattro voti contrari

Non siamo purtroppo riusciti a consultare i lavoratori telelavoristi del 1254, in parte per nostra responsabilità, ma anche perché le condizioni per riunire in assemblea questi lavoratori sono oggettivamente difficili. Pensiamo quindi che per il futuro, in particolare nell’eventualità di un aumento al ricorso del telelavoro, si debba aprire una riflessione su come poter coinvolgere più facilmente anche questi lavoratori nelle decisioni sindacali.

Bologna, 02/08/2013

giovedì 1 agosto 2013

OPEN ACCESS AOA: SCIOPERO E FRANCHIGIA Finalmente TELECOM si muove


OPEN ACCESS AOA:

SCIOPERO E FRANCHIGIA

Finalmente TELECOM dà direttive in merito


Nel nostro Comunicato del 30 luglio scorso (l’altro ieri) in cui si proclamava lo sciopero nella struttura AOA (1 agosto-10 agosto), avevamo anche evidenziato la mancanza da parte di Telecom, di precise direttive sul comportamento da tenere in occasione di sciopero da parte dei tecnici soggetti a franchigie di viaggio, nonostante che ciò fosse stato sollecitato in precedenza anche in sede di Coordinamento Nazionale RSU.

La mancanza di questa direttiva non dava certezze assolute ai lavoratori su coperture previdenziali/assicurative, nel caso di uso del mezzo sociale dopo l’inizio dell’orario di sciopero.

A seguito ennesimo confronto sindacale in sede di Commissione tecnica nazionale (composta da esponenti sindacali e aziendali) avvenuto ieri a Roma, abbiamo appreso che Telecom ha emanato una direttiva in cui dispone che l’inizio dello sciopero deve essere effettuato sul sito lavorativo e AUTORIZZA l‘uso del mezzo sociale durante lo sciopero per riportarlo al luogo di ricovero abituale, all’interno della franchigia di spostamento prevista a carico del lavoratore.

Anche se come RSU Emilia Romagna abbiamo diverse perplessità in merito a questa direttiva, dobbiamo prendere comunque atto che è stata finalmente emanata e che possiamo discuterla, contestarla e chiedere di modificarla anche in tempi brevi se necessario, ma allo stato va applicata.

Pertanto alla luce di questa nuovissima direttiva aziendale (che i responsabili di reparto dovranno portare a conoscenza dei lavoratori), non possiamo che dare indicazione ai lavoratori di applicarla per evitare di incorrere in eventuali provvedimenti disciplinari.



Bologna, 01/08/2013

lunedì 22 luglio 2013

Il Sindacato ed i grilli parlanti


Sono veramente preoccupato per la crisi economica che incide crudelmente sulla pelle di tutti noi, ma sono ancora più preoccupato perché a volte in momenti di crisi si riesce a costruire una coscienza collettiva più consapevole e forte che è il preludio di un riscatto futuro, ma di fronte a tutte le castronerie che circolano diventa molto più arduo costruire un comune sentire.

La Directory Assistance occupa principalmente lavoratori del servizio 1254. Il 1254 è un servizio superato da ormai diversi anni e tutti lo sanno!!!
Chi di voi che legge (o anche vostri conoscenti) ha chiamato in questi ultimi anni il servizio 1254???

Sono intervenute negli anni altre piattaforme di informazione (INTERNET), sono nati anche concorrenti (e molti nel frattempo sono saltati) che fanno solo questa attività (e per questo lo fanno sicuramente meglio di un operatore di TLC), senza poi parlare del costo esoso che deve sostenere chi chiama questo servizio.
Di fronte a questo scenario è veramente disumano e razzista appellarsi al 4% delle chiamate cui rispondono i carcerati (stiamo parlando se non ricordo male di due moduli composti  complessivamente da circa una trentina di carcerati, a fronte di un reparto che oggi occupa poco più di 600 lavoratori).

Non solo per Telecom era chiarissimo già tanti anni fa che questo servizio (in costante rimessa economica) non aveva futuro, ma anche per noi della SLC-CGIL (unitamente a FISTel e UILCOM) lo scenario era purtroppo chiarissimo e disperato. Le timide ipotesi di rilancio del servizio erano delle chimere. Cosa fare di concreto al cospetto di uno scenario tale?

Da un lato Telecom poteva e potrebbe tuttora benissimo procedere per Legge a licenziamenti collettivi venendo a mancare il lavoro, dall’altro lato il Sindacato non può ovviamente accettare un’impostazione simile, in particolare perché siamo all’interno di un’azienda dove le possibilità di riconversione professionale ci sono (c’erano molto di più in passato, ma…).
Con lucidità e lungimiranza il Sindacato confederale (SLC FISTel UILCOM) ha battuto da sempre su questo tasto.

E’ in atto da anni un confronto/scontro con Telecom (risaliamo agli inizi del 2009. Vi ricordate le 470 lettere di licenziamento inviate a casa ai lavoratori della DA/ 1254?) che ha visto i lavoratori Telecom scioperare e manifestare anche a Roma e successivamente, in virtù della forza consegnata al Sindacato dai lavoratori e delle nostre ragioni, sottoscrivere diversi accordi sindacali con Telecom sempre più stringenti, fino all’accordo del 27 marzo 2013 in cui è previsto, tra le altre cose, che questi lavoratori non possono essere comunque licenziati.
Vi rammento anche l’intervista rilasciata al SOLE 24ORE del dott Migliardi (responsabile del personale) datata 25 luglio 2009, in cui sosteneva che questi lavoratori non erano nella maniera più assoluta riconvertibili professionalmente, quindi l’unica prospettiva era il licenziamento.

Su questo punto abbiamo invece giustamente insistito e grazie alla nostra azione diverse riconversioni professionali si sono fatte nel recente passato (in ambito tecnici esterni) e, a seguito gli accordi del 27 marzo 2013, altre se ne stanno facendo e se ne faranno, anche se purtroppo le resistenze sono tante comprese anche quelle di qualche collega del 1254.

Per citare ad es. Bologna è stato previsto che 6 lavoratori del 1254 (tutti quelli rimasti in sala, in quanto gli altri sono telelavoristi) sarebbero dovuti passare nel reparto  LARGE ACCOUNT di Bologna (tenete presente che chi oggi lavora al 191 sarebbe felicissimo di passare in LARGE ACCOUNT), ma solo uno di questi colleghi ha accettato il trasferimento. Senza gettare la croce addosso ai colleghi che hanno rifiutato (alcuni anche con motivazioni serie) è indubbio che ciò è un problema che va risolto e probabilmente l’azienda procederà con dei trasferimenti coatti (verso 187 e 119).

Percorso che ovviamente ha visto anche il ricorso agli ammortizzatori sociali e in tal caso ai Contratti di Solidarietà con percentuali pesantissime, che per 4 anni è stata del 47% e per il futuro, a seguito degli accordi del 27 marzo sarà del 60% sui due anni e cioè del 30% annuo.

Questo in virtù del fatto che, senza farla troppo lunga, un anno i lavoratori del 1254 del SUD  saranno in solidarietà al 60%, mentre quelli del NORD nessuna solidarietà, l’anno successivo saranno in solidarietà al 60% quelli del NORD, mentre quelli del SUD no (in questo modo da un anno all’altro si ripartisce il poco lavoro tra NORD e SUD).

Il tutto per prendere tempo e consentire di procedere con le riconversioni professionali per le quali tanto ci siamo battuti e contemporaneamente soddisfare ancora quelle poche chiamate che giungono al servizio (con la grossa incognita che a fine anno MATRIX, che è la società esterna che affitta i servigi del 1254, potrebbe chiudere l’appalto. In questo caso non è Telecom che appalta lavoro, ma lo riceve da altra società.).

Il 30% di solidarietà è senz’altro ancora molto pesante, ma si avvicina un po’ a percentuali di solidarietà ai quali sono soggetti altri colleghi Telecom, che però lavorano in reparti che non hanno nemmeno lontanamente i problemi strutturali del 1254.

Di fronte a tutto ciò…. vediamo una comunicazione Snater in cui non c'è neanche un accenno di questi passaggi……… bensì una roboante rivendicazione sui buoni pasto (?).

E ci si poteva anche limitare a ciò, ma non poteva certamente mancare l’accusa che gli altri si sono scordati di tali questioni, senza farsi sfiorare dal dubbio che in una trattativa con la controparte su una questione così disperata che ha visto e lo ripeto: scioperi, manifestazioni, CdS e complessi percorsi di riconversione professionale, la scala delle priorità prevede al primo posto la conservazione del posto di lavoro e se ciò dovesse richiedere come ulteriore sacrificio la perdita temporanea di una serie di buoni pasto (fino al termine dei CdS in cui uno è a casa nei giorni di CdS, o ancor meno per il solo periodo che occorrerà per la riconversione professionale e per passare quindi in altro reparto), non pensiamo che i lavoratori abbiano dubbi.
 
Vincenzo Bellaspica coordinatore regionale Telecom.

Insomma per le questioni dirimenti ci pensa il Sindacato, per i grilli parlanti c'è lo SNATER!!!

venerdì 19 luglio 2013

Vodafone: cambiare rotta

Al raggiungimento del target di lavoratori previsti dalla procedura di licenziamento collettivo messa in atto da Vodafone, la RSU di Bologna vuole intervenire brevemente su alcuni concetti, a nostro avviso inesatti, espressi dall’azienda e dalle segreterie nazionali di SLC CGIL, Fistel CISL e Uilcom UIL nel comunicato di ieri 17 luglio.

Non pensiamo di essere di fronte a una "nuova fase di relazioni industriali", come proclamato da più parti. Temiamo invece di essere di fronte a una deriva del vecchio, solito, fallimentare schema di relazioni industriali che purtroppo sta già da tempo soffocando il dibattito tra i lavoratori italiani, sta neutralizzando il contributo di analisi e di proposte dei loro rappresentanti e in Vodafone ha annacquato la critica delle gravi scelte manageriali degli ultimi anni.

Non elenchiamo nuovamente le perplessità, che nelle assemblee di Bologna sono state lungamente discusse, in merito all’assenza di mobilitazione e di procedure di validazione degli accordi (non c’è stato il voto finale dei lavoratori che a maggioranza lo avevano richiesto e si è unito il contratto di secondo livello ai licenziamenti in un unico pacchetto "prendere o lasciare" - violando regolamenti appena firmati dalle sigle sindacali), ma ci vogliamo soffermare sull’ultimo comunicato delle segreterie nazionali.

E’ imbarazzante ammettere come questo comunicato abbia spiazzato tutti i lavoratori, soprattutto quelli che questa trattativa l’hanno seguita da vicino dal primo giorno fino alla convocazione aziendale di lunedí scorso, in cui abbiamo sentito cose un po’ diverse da quelle descritte dalle Segreterie Nazionali.

Lunedí abbiamo infatti sentito Vodafone parlare di mercato in fase di grave peggioramento rispetto alla già critica situazione dell’anno scorso, abbiamo sentito parlare di riorganizzazioni da attuare in tempi veloci (anzi "freneticamente", già questa estate), abbiamo sentito parlare di budget per le incentivazioni terminato.

Non abbiamo sentito l’azienda parlare di scelte strategiche, non abbiamo sentito parlare di investimenti sulle persone, non abbiamo sentito spiegazioni sul futuro della Rete, di tutta la divisione di technology, della formazione e del call center.

Abbiamo invece sentito l’azienda ringraziare i sindacati.

La "cogestione" azienda/sindacati delle problematiche di Vodafone (un’idea di per sé ancora tutta da applicare e verificare) non deve essere un tabù, ma non può neanche essere un alibi aziendale per scaricare sul sindacato scelte impopolari un giorno, per poi non condividere criteri e informazioni sulle procedure in atto il giorno dopo.

I delegati RSU hanno dolorosamente accettato la grave responsabilità di firmare due mesi fa un accordo che prevede licenziamenti collettivi a fronte di un (vaghissimo) piano di sviluppo serio e credibile, è quindi incomprensibile leggere oggi parole come: «alla luce delle tante richieste pervenute dal call center a cui non è stato possibile dar seguito e che hanno creato malumore nei lavoratori e a cui abbiamo il dovere di dare risposte magari ragionando su percorsi di uscita che soddisfino la richiesta e nel contempo un percorso di assunzioni che permettano di portare nuova linfa in Vodafone».

Queste cose non sono state assolutamente dette lunedí scorso, non sono state condivise con il Coordinamento RSU, e sono quindi ad oggi destituite da ogni autorevolezza.

Se la "nuova fase di relazioni industriali" vuol dire passare dalla tutela del posto di lavoro al suggerire all’azienda incentivazioni di gruppo per rimpiazzare stanchi lavoratori "demotivati" con giovani vivaci precari, allora vuol dire che i ruoli delle controparti si stanno invertendo.

Se dalla denuncia dello stress nel call center e dall’indagine sulle sue cause si passa alla volontà di risolverlo uccidendo il paziente, allora vuol dire che una parte del Sindacato sta rinunciando al proprio ruolo storico.

Se l’entusiasmo di azienda e segreterie nazionali è passato dall’individuare forme di investimento su formazione e welfare aziendale nell’ultimo CCNL, alla liquidazione di professionalità decennali sostituite da lavoro precario delocalizzato all’estero, cancellando know-how, qualità del servizio e clienti, allora vuol dire che la "cogestione" della crisi sta diventando "complicità" nella crisi.


Nel nostro piccolo e nella nostra quotidianità vogliamo assicurare ai lavoratori di Bologna, alle Organizzazioni Sindacali e all’azienda che finché avremo rappresentatività ci impegneremo per difendere il lavoro, il salario e il Sindacato.
RSU Vodafone Bologna

Telecom: Nuove turnistiche OPEN ACCESS AOA

                 Nuove turnistiche OPEN ACCESS AOA:

ANCORA NON CI SIAMO

A seguito della rottura del confronto a livello regionale sulla nuova turnistica AOA del 20 giugno, nel successivo incontro nazionale del 28 giugno scorso, su sollecitazione del Coordinamento Nazionale RSU e di SLC FISTel UILCOM, Telecom ha rinviato le partenze unilaterali della turnistica in ambito AOA al 15 luglio (la partenza era prevista per il 1 luglio), per dare la possibilità alle regioni che non erano addivenute ad un accordo di approfondire ulteriormente il confronto.

Mercoledì 10 luglio la ripresa del confronto in Emilia Romagna ha purtroppo confermato le distanze tra Sindacato e Telecom.

Viste le numerose domande con le quali le RSU E.R. nell’incontro del 20 giugno avevano incalzato Telecom, nell’incontro del 10 luglio era anche presente il responsabile dell’AOA NORD EST, che ha ulteriormente illustrato il progetto di cambiamento dei turni in ambito AOA, soffermandosi in particolar modo sui motivi e gli obiettivi di questa riorganizzazione turnistica.

Pur apprezzando la disponibilità aziendale a rispondere ai numerosi quesiti posti durante l’incontro, le RSU NON HANNO REGISTRATO nella posizione aziendale modifiche sostanziali rispetto alle principali richieste che le rappresentanze sindacali avevano unitariamente avanzato il 20 giugno scorso.

I timidi avanzamenti offerti dall’Azienda sia sulla turnistica delle AOU, sia su quella delle strutture di governo, sono rimasti lontani da quanto proposto dalle RSU , frutto anche delle assemblee svolte con i lavoratori dopo gli incontri di giugno.

Per quanto riguarda le strutture di governo Telecom ha dato qualche disponibilità rispetto all’uscita minima alle 17.08, mantenendo però percentuali ancora alte di presenza in tale fascia, mentre ancora rimane fermissima sulla eliminazione dei turni continuati e sulla relativa introduzione di pause a carico dei lavoratori.

Sull’ aumento delle percentuali di copertura della turnistica in ambito AOU, rimangono molto deboli le motivazioni di fondo addotte e comunque tali da non convincere la delegazione sindacale sulla effettiva necessità di questo aumento.

Vista la situazione le RSU e SLC FISTel UILCOM E.R. hanno chiesto a Telecom di sospendere l’applicazione della nuova turnistica e riformulare una proposta che tenga conto delle richieste espresse dai lavoratori e dai loro rappresentanti..

Registrata la volontà aziendale di partenza unilaterale dei orari nuovi, si è ritenuto inevitabile l’apertura delle procedure di raffreddamento (11 luglio) per avviare azioni sindacali volte ad arrivare a soluzioni mediate e condivise sulla nuova turnistica.

A seguito di tale azione la partenza unilaterale della nuova turnistica è stata posticipata al 22 luglio.

Nessuno pretende che le aziende non possano riorganizzarsi, ma sicuramente ci aspettiamo che controproposte portate al tavolo dai Sindacati e dalle RSU con ragione e buon senso siano ascoltate e discusse senza pregiudiziali e, perché no, accolte in un percorso condiviso fra azienda e lavoratori.

Nei prossimi giorni terremo informati attraverso comunicati e assemblee i lavoratori sulle azioni che porremo in essere per convincere Telecom a riaprire un tavolo che possa accogliere le nostre proposte.
RSU TELECOM EMILIA ROMAGNA



Bologna, 19/07/2013

martedì 4 giugno 2013

Richiesta chiarimenti sulle modalità di approvazione accordo Telecom 27 marzo


 
Un centinaio di lavoratori iscritti alla SLC di Bologna hanno sottoscritto una richiesta di chiarimenti (leggi documento) collegati alle modalità di approvazione accordo Telecom del 27 marzo.
 
I coordinatori regionali, Telecom e TLC, così hanno risposto:
 
Cari compagni,

vi ringraziamo per averci consegnato le vostre riflessioni e vi chiediamo scusa del ritardo con cui rispondiamo.

Il ritardo è esclusivamente dovuto al desiderio di presentarvi delle risposte concrete e non fumose.

Ecco il dettaglio rispetto ai punti da voi sollevati:

- ci chiedevate di poter conoscere i dati ufficiali del risultato delle votazioni (...): avevamo dei dati parziali e non certificati dal nazionale ed abbiamo preferito attendere la soluzione di alcuni dubbi, prima di farli circolare, cosa che abbiamo fatto in data venerdì 10 maggio.

Abbiamo altresì avuto modo di spiegare lo sviluppo e l'esito finale del negoziato nelle assemblee svolte in tutte le sedi della nostra regione. Avremmo voluto svolgere prima queste assemblee, ma l'incalzare concomitante di numerose altre vertenze (ASA, Network maintenance, Rete ec..) ed il supporto che abbiamo dovuto dare ad altre provincie, ce l'ha impedito. Ulteriori e dettagliate informazioni sono comunque state rese disponibili sul nostro sito i Lampadieri Rossi.

- ci chiedevate di motivare il mancato rispetto del Regolamento del 25 novembre 2011: vi segnaliamo che con comunicazione del 22 marzo alla Segreteria nazionale(quindi a valle delle assemblee di mandato e prima della fase di chiusura della trattativa), i firmatari della presente avevano richiesto formalmente alla segreteria ed al coordinamento nazionale Rsu, di far votare l'ipotesi finale relativamente alle parti afferenti il secondo livello Telecom. Tale comunicazione formale seguiva analoghe e ripetute prese di posizione dei delegati della Emilia Romagna, durante il vivo delle trattative. Le risposte ottenute a queste nostre sollecitazioni non sono state a nostro avviso soddisfacenti, perché in gran parte si basavano sul ritenere assolte le regole definite a livello intersindacale con il voto di mandato alla prosecuzione ed alla conclusione della trattativa.

Il nostro legittimo dissenso si basa innanzitutto sul fatto che ritenevamo e riteniamo un errore chiedere un voto di mandato conclusivo su dei licenziamenti, perché sarebbe in contrasto con i nostri principi della democrazia della solidarietà (non abbiamo fatto mai votare -in maniera vincolante- sulle Mobilità e sulle soluzioni alternative ad esse). Noi abbiamo rivendicato e rivendichiamo quindi un voto di mandato solo alla prosecuzione della trattativa, ponendo all'origine il problema di scorporare il più possibile dalla trattativa le materie di secondo livello, normative ed economiche, per poterle trattare con percorsi negoziali più consoni per tempi e livelli di discussione, incluso il voto finale sulle ipotesi.

Ci rendiamo conto che la materia è molto delicata e deve essere trattata con senso di responsabilità per evitare danni verso i lavoratori contrattualmente più deboli.

Preso atto della pluralità di visioni su questa materia, la Direzione Provinciale di categoria ha ritenuto opportuno predisporre ed inviare alla Segreteria Nazionale un documento nel tentativo di contribuire ad individuare, per il futuro, delle soluzioni a nostro avviso più consone alle esigenze di partecipazione e coinvolgimento decisionale espresse nel nostro settore .

Sperando di aver contribuito a chiarire ulteriormente alcuni aspetti di questa complessa vertenza, e sperando di essere riusciti ad esprimere la sintonia profonda con le questioni da voi sollevate, ci predisponiamo a concentrarci infine sulla fase come sempre più importante delle vertenze, ovvero il controllo e la gestione dell'accordo sottoscritto!

Un abbraccio, ci rivediamo tutti il 22 giugno a Roma.

 

giovedì 9 maggio 2013

Accordo Vodafone: fermati i licenziamenti e le esternalizzazioni

Dopo una lunga e faticosa trattativa, si è arrivati il 4 maggio ad un accordo complessivo fra sindacati e la Vodafone su:
-gestione degli esuberi in alternativa ai licenziamenti, tramite 700 mobilità  volontarie ed incentivate; l'applicazione di un Contratto di Solidarietà (previsto al 30%) per 396 lavoratori; la chiusura dei Negozi nelle sedi di Bari, Bolzano, Genova, Venezia e Milano Linate con ricollocazione interna o (su base volontaria) presso società terze della rete di  distribuzione o con mobilità volontarie; l'accoglimento e l'incentivazione di domande di trasformazione a part time; la definizione di criteri per la fruizione certa di ferie e permessi per l'anno in corso e per i residui anni precedenti; la limitazione della possibilità  aziendale di riassorbire i sovraminimi. Sulla gestione degli esuberi il punto di maggior sofferenza a nostro avviso è rappresentato dalla possibilità di ricollocazione con demansionamento per gli "esuberi residui" al novembre 2014.
- la definizione di un Premio di Risultato per il triennio 2014-2016 (con valori base ridotti del 40% rispetto all'ultimo accordo) ed il pagamento di 1000 euro di una tantum per l'anno 2012.

E' per noi motivo di soddisfazione avere drasticamente limitato le tematiche afferenti al secondo livello di contrattazione che l'azienda voleva incongruamente vincolare alle trattative sui licenziamenti, con l'obiettivo di far regredire importanti tutele dei lavoratori, per di più sottraendole al voto finale: dagli straordinari agli scatti di anzianità, alla reperibilità ed al lavoro programmato, alle pause da videoterminale sospensive a tutti gli effetti; tutte voci che siamo riusciti infine a far scomparire nello sviluppo della trattativa

La delegazione della Emilia Romagna aveva inoltre vincolato il suo mandato a dei punti precisi, in aggiunta a quelli già definiti in sede nazionale, alcuni informativi (la conoscenza dei parametri del Premio; il definitivo chiarimento sui job profiles impattati dai licenziamenti), altri acquisitivi, in particolare:
- estese garanzie occupazionali per almeno 36 mesi

- piano di reinternalizzazione delle attività in appalto


Grazie alla fermezza della delegazione questi punti sono stati tutti raggiunti; in particolare non solo per 36 mesi l'azienda si impegna a non  licenziare esternalizzare, ma si impegna anche a non delocalizzare all'estero ulteriori volumi di attività, ipotizzando anzi delle riduzioni di tali attività. Come segnala il comunicato nazionale, è la prima volta che ci troviamo di fronte ad una inversione di tendenza sul piano delle delocalizzazioni.


Purtroppo, nonostante i nostri ripetuti sforzi (vedi ordine del giorno dell'assemblea di Bologna), la delegazione nazionale  non e' riuscita a mantenere a maggioranza la decisione di voto finale sulle parti residue proprie del secondo livello, come il PdR.  Riteniamo questa scelta un errore che bisogna assolutamente evitare di ripetere.
L'apporto del voto sarebbe stato utile e necessario a fronte della decurtazione dal Premio delle "malattie brevi".


Cosi come giudichiamo con preoccupazione l'intenzione aziendale di attivare un programma di welfare su servizi come Sanità, Istruzione e Previdenza che rischia di essere sostitutivo, e quindi distruttivo, dei sistemi pubblici.

Ringraziamo tutti le lavoratrici ed i i lavoratori per il sostegno e la solidarieta' che ci  hanno permesso di concludere questa difficile vertenza e che ci deve sostenere nella nuova fase di gestione di questo accordo.




sabato 4 maggio 2013

Telecom: VOTAZIONI CRALT Emilia Romagna


In questi giorni vi arriverà a casa tramite posta la scheda per le votare il rinnovo del consiglio CRALT Emilia Romagna.

Come SLC-CGIL abbiamo formato sia la lista per i soci pensionati che per i soci in servizio.

NOI SIAMO QUELLI CHE......
...........vorremmo aiutarvi a sviluppare le vostre idee e far in modo che possiate avere la voglia di condividere con gli altri esperienze culturali e di puro divertimento.
............sanno quanto è difficile per tutti questo momento e ci impegneremo quindi a fornirvi più servizi e convenzioni sul territorio.
.............solleciteranno il Cralt ad essere sempre più vicino ai giovani e alle esigenze delle nuove famiglie consapevoli che il futuro sono loro.
...............ringraziano tutti i soci in servizio e pensionati che hanno partecipato nel passato alle nostre iniziativsui vari territori.
NOI SIAMO QUELLI CHE con un po' di passionecompetenza e esperienza cercheranno di essere a vostra disposizione.
                                                             
                                                         NOI SIAMO:

                                                                                        

LISTA SLC-CGIL SOCI ORDINARI LAVORATORI          LISTA SLC-CGIL SOCI PENSIONATI

1  TOSI ANDREA (BO)                                                       1 CIALONI UMBERTO (BO)
2  LEONARDI STEFANO (MO)                                            2 MONTEVECCHI SILVANA
 (BO)
3  CANCELLIERI IVAN (RN)                                               
3  FORNI ERMANNO (PR)
4  TINELLI ANTONIO (PR) 
5  PISTOROZZI CARLA (BO)
6  BUSI PAOLO (BO)
7  VIGNALI MICHELE (FE)
8  CAGIOTTI MASSIMO (FC)
9  DESSÌ MARIA ANGELA (BO)
10 CAPPANERA MARCO (BO)


VOTATE LE NOSTRE LISTE SLC CGIL !!!!

N.B. Per votare è necessario unicamente indicare con una croce la lista SLC-CGIL

venerdì 3 maggio 2013

Comunicazione agli iscritti Slc Cgil del Teatro Comunale 3 maggio 2013

Comunicazione agli iscritti Slc Cgil del Teatro Comunale

Segnaliamo come l'azione costante del sindacato, azione  che sottolineiamo  avvenuta con modalità unitarie, sia riuscita a dare risposte ad alcuni dei problemi sollevati dai colleghi negli ultimi periodi:

- gli straordinari dei reparti tecnici sono stati finalmente pagati; anche se per ottenerlo siamo dovuti arrivare quasi alle soglie di una mobilitazione; rimane ancora aperta la verifica sulle eccedenza del Coro.

- è stato finalmente riconosciuto il meccanismo, da noi ripetutamente richiesto, di rendicontazione alla quarta settimana delle ore effettuate, al fine di evitare involontari superamenti  oltre la soglia delle ore di lavoro ordinario mensili.

- sulla Sicurezza due segnalazioni che il Rappresentante Lavoratori alla Sicurezza Giacomo Di Lernia aveva avanzato sono state affrontate:
-- il tetto è stato riparato per eliminare le infiltrazioni di acqua
-- gli orari di attività sul palco di tecnici e facchini non saranno più sovrapposti.

Vi terremo informati su ulteriori sviluppi.

Elezioni ASSILT Telecom


L’Assilt è il  risultato del lungo impegno del sindacato per assicurare dignità e tutele ai lavoratori e ai pensionati delle aziende di Telecom Italia. 
E’ un patrimonio di democrazia, garantito dalla partecipazione diretta dei rappresentanti dei lavoratori e dei pensionati alla sua gestione. 
E’ una conquista democratica da difendere, consolidare ed estendere. 
Il voto degli associati, lavoratori attivi e pensionati, 
è la forma più importante di partecipazione. 
Contribuisci anche tu, insieme a SLC­ CGIL, a difendere  i tuoi diritti.


APPENA TI ARRIVA LA BUSTA CON LA SCHEDA ELETTORALE, BARRA IL SIMBOLO SLC-CGIL E RISPEDISCILA SUBITO.
LA SCHEDA ELETTORALE DEVE PERVENIRE ALL’INDIRIZZO DELLA COMMISSIONE ELETTORALE ENTRO
 IL 4 GIUGNO 2013


       
1)   TARTABINI PIERPAOLO  (MC)
2)       TRANI PASQUALE  (RN)
3)       BUCARINI  MAURO (PG)
4)       ERRICHELLI MARA (RA)
5)       DOMENICUCCI  FAUSTO (MC)
6)       TRALASCIA MORENO (TR)
7)       ROSI DANIELA  (MO)
8)       SANTINI NICOLA  (AP)
9)       MALAVOLTI CRISTIAN (RA)
10)   FERRARINI GIANLUCA (PR)
11)   SPIGARELLI PIETRO (PG)
12)   BOARI GINO (FE)
13)   ZUCCHINI EZIO (FE)
14)   MENICHINO RAFFAELLA (TR)
15)   BELLASPICA  VINCENZO  (BO)

venerdì 5 aprile 2013

Telecom: raggiunto un accordo difficile per garantire l'occupazione durante la Crisi

 


E' stato raggiunto in Telecom un accordo  che garantisce l'unità della azienda(allontanando l'ipotesi di esternalizzazione del caring) e la difesa della occupazione grazie ad un ampio e dettagliato progetto di reinternalizzazioni di attività.
Per la prima volta dopo  battaglie lunghe anni si trova una soluzione conclusiva per la salvaguardia della Directory Assistance (in particolare per i lavoratori del 1254) e per la prima volta si trasformano le regole per utilizzo da parte dei tecnici dell'auto aziendale dalla propria abitazione, da discrezione aziendale a norma certa e tutelante per tutti.

Quindi da questo punto di vista un accordo importante che va gestito e sviluppato con attenzione;
le contrarietà manifestate nelle assemblee della nostra regione, che hanno portato la nostra delegazione ad esprimere un No al mandato richiesto, riguardano alcuni evidenti limiti di questo accordo(sui dettagli rimandiamo ai precedenti comunicati pubblicati su questo sito), limiti che sono conseguenza a nostro avviso inevitabili del metodo negoziale utilizzato:
1- l'assenza di un voto finale sull'ipotesi di accordo (ovvero di un voto su un mandato conclusivo, modificabile solo in meglio) sottrae alla delegazione trattante un elemento di ponderazione, di prudenza e di forza;
2- è chiaro che per noi il voto non può essere fatto su licenziamenti; per questo bisognava distinguere bene la parti strettamente collegate all'uso di ammortizzatori sociali da quelle che afferivano  alla contrattazione del secondo livello- al limite, piuttosto che inserire solo arretramenti difensivi, conveniva aprire su tutta la piattaforma di secondo livello, incluso le richieste acquisitive;
3- le tempistiche ingiustificatamente ristrette, fanno passare senza adeguato approfondimento tecnico e politico testi complessi su argomenti delicati (vedi pdr) che quindi al di là delle apparenze sono stati interamente predisposti in sedi sottratte al confronto ad alla visibilità;
4- l'assenza di un supporto conflittuale -nemmeno l'idea di una apertura di mobilitazione- induce i lavoratori a credere che le scelte intraprese siano ineluttabili e prive di alternative, cosa che non è mai vera ed utile.

Infine una puntualizzazione sull'importante ruolo svolto dai nostri delegati regionali:
a Roma durante le oltre 48 ore di trattativa sulla riorganizzazione Telecom ci sono stati 3 momenti in cui la delegazione sindacale (71 componenti di cui 28 SLC) ha dovuto decidere tramite voto:



1) Riprendere o meno la trattativa con l'azienda. Le 2 RSU SLC E.R. hanno votato NO rispettando il voto dei lavoratori Emilia Romagna, ma sono stati in minoranza.
2) A testi degli accordi quasi definiti si è dovuto decidere se procedere o meno con la stesura finale degli accordi. Le 2 RSU SLC E.R. hanno votato NO,
in particolare per l’assenza di un’ipotesi di accordo da sottoporre al voto dei lavoratori, ma questa linea è risultata in minoranza)
3)Voto finale sulla firma dell'accordo: le 2 RSU SLC si sono astenute.













 





 

 







 



 

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