I Lampadieri

In questa notte scura, qualcuno di noi, nel suo piccolo, é come quei "lampadieri" che, camminando innanzi, tengono la pertica rivolta all'indietro, appoggiata sulla spalla - con il lume in cima. Così, il "lampadiere" vede poco davanti a sè - ma consente ai viaggiatori di camminare più sicuri. Qualcuno ci prova. Non per eroismo o narcisismo, ma per sentirsi dalla parte buona della vita. Per quello che si é. Credi.

Tom Benetollo

giovedì 10 gennaio 2013

Chi ha paura dei referendum? un milione di firme raccolte dai referendum sul lavoro


Che paradosso.  Si parla e straparla  di apertura alla società civile, si propagando  primarie presunte rigeneratrici della politica, si evoca l'era della democrazia tramite social network... e poi quando si tratta di rispettare il voto popolare (si pensi solo ai referendum  per l'acqua pubblica od anche a quello contro il finanziamento dei partiti) o di permettere la libera espressione  tramite voto, si fanno letteralmente carte false per imbrogliare il popolo sovrano.

E' il caso dei referendum sul lavoro (lottoperildiciotto): questi referendum (che ricordiamo miravano a ripristinare l'art.18 gravemente colpito dalla Fornero e ad abolire l'art.8 del decreto Sacconi sulla derogabilità di leggi e contratti che tutelano il lavoro) hanno abbondantemente superato la soglia di validità del mezzo milione di firme raccolte. Praticamente del doppio! Un milione. 
Peraltro tantissime firme sono state raccolte grazie all'impegno (assolutamente trasversale per quanto riguarda appartenenze e sensibilità politiche) di tanti delegati della categoria, a cui va ancora tutto il nostro ringraziamento. Purtroppo il nostro  lavoro rischia di essere vanificato: le firme infatti non possono essere depositate a Camere sciolte. Sarebbe bastato, come formalmente richiesto dal Comitato Promotore, qualche giorno di attesa nello scioglimento delle Camere per onorare quella partecipazione popolare  cui, a parole e spesso a sproposito,  tutti si richiamano. Ma evidentemente per questo Ceto "politico", il lavoro non è più il baricentro costituzionale della nostra Repubblica.
La nostra lotta però non si ferma, il Comitato referendario ha annunciato ricorso alla Corte Costituzionale. Inoltre sappiamo quali forze hanno appoggiato e quali avversato questi referendum, ed a febbraio cercheremo di dare ad ognuno il suo giusto salario.

Strada piena di insidie anche per il referendum consultivo contro il finanziamento pubblico alla scuola privata che si terrà a Bologna il 26 maggio prossimo:  nel Comitato Promotore c'è anche la Cgil, con la categoria di riferimento per la Scuola, la Federazione Lavoratori della Conoscenza. Nonostante il  quesito sia chiaro, chiedendo che  i finanziamenti del Comune di Bologna privilegino le scuole pubbliche,  anche in questo caso il il Ceto "politico" ha fatto un grande polverone. Da un lato vuole farci credere che "privato paritario" e "pubblico" pari sono sul piano delle garanzie di laicità, democrazia, pluralismo e gratuità; peccato che l'art. 33 della Costituzione  dica chiaramente che i "privati hanno il diritto di istituire scuole ed istituti di educazione senza oneri per lo Stato" mentre le spese del comune di Bologna ai privati raggiungono il milione di Euro  ed invece (o per l’appunto) la scuola pubblica non ha nemmeno i soldi per la carta igienica; dall'altro invocano come alibi l'emergenza delle centinaia di bambini che rimangono fuori dalle liste per la scuola pubblica, ma questa è una "emergenza" che è stata scientificamente programmata e che sarà sempre più alimentata dalla distrazione di fondi dalle suole pubbliche a quelle private.
Contro tutti i distruttori di Beni Comuni, sapremo costruire una grande giornata di partecipazione, per quella domenica del 26 maggio…

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