I Lampadieri

In questa notte scura, qualcuno di noi, nel suo piccolo, é come quei "lampadieri" che, camminando innanzi, tengono la pertica rivolta all'indietro, appoggiata sulla spalla - con il lume in cima. Così, il "lampadiere" vede poco davanti a sè - ma consente ai viaggiatori di camminare più sicuri. Qualcuno ci prova. Non per eroismo o narcisismo, ma per sentirsi dalla parte buona della vita. Per quello che si é. Credi.

Tom Benetollo

martedì 30 settembre 2008

Contratti: Epifani, tavolo esaurito, ripartire da piattaforma unitaria

Roma, 30 settembre – “La trattativa con Confindustria, ha esaurito il suo significato. Dobbiamo rilanciare la nostra piattaforma unitaria e chiedere formalmente l’allargamento del tavolo di confronto alle altre rappresentanze datoriali”. Questo è uno dei passaggi della relazione del segretario generale della Cgil, Guglielmo Epifani, al comitato direttivo nazionale della confederazione di Corso d’Italia.

“Se non si fa - ha aggiunto - così arriveremmo al rischio di avere 4 o 5 diversi modelli contrattuali a seconda dei settori, cosa che determinerebbe un ‘dumping sociale’ molto grave con la corsa alla tipologia contrattuale più conveniente, in una fase di riorganizzazioni aziendali e settoriali profonde”.

Epifani ha ribadito le critiche al documento presentato da Confindustria definito “non coerente” alla piattaforma sindacale unitaria e quindi “inadeguato” perchè, fra l’altro, non allarga né innova la contrattazione di secondo livello, ma sovraccarica di regole e norme il contratto nazionale, per di più tagliando il salario.

“In ogni caso le trattative si fanno sulla base delle piattaforme presentate e non delle risposte della controparte ad esse”, ha osservato il segretario generale della Cgil. “Non è accettabile, inoltre, - ha concluso Epifani - il principio di scaricare sul lavoro gli effetti dell’inflazione importata, cosa che, tra l’altro, toglierebbe a imprese e governo la responsabilità di praticare politiche antinflazionistiche”.

Sindacato: Epifani, lavoriamo per unità altrimenti da soli

Roma, 30 settembre – “Lavoriamo e continueremo a lavorare tenacemente all’unità sindacale”: lo ha detto in un passaggio della sua relazione al direttivo il segretario generale della Cgil, Guglielmo Epifani, che non ha però nascosto che questa è una fase problematica dal punto di vista dell’unità stessa.

“Non si possono fare insieme le piattaforme e poi dimenticarle o prenderne solo alcuni aspetti”, ha aggiunto Epifani ricordando che è completamente sparito dal dibattito il tema delle detrazioni per salari e pensioni mentre si insiste sulla detassazione dello straordinario. Una misura, quest’ultima, che è “puro non senso in una fase di rallentamento del lavoro, di perdita di posti e di calo di ore di straordinario, come ha rilevato ieri l’Istat”, ha precisato il leader della Cgil.

Epifani ha poi auspicato che alcune iniziative, come per il fisco, la scuola, la pubblica amministrazione, le pensioni, siano unitarie. “Lavoriamo per l’unità - ha osservato -. Se si muove da sola la Cgil lo fa perché, tentate tutte le strade possibili, considera necessario che ci sia chi si batta per le riforme, a favore dei precari, dei pensionati, delle categorie più deboli”.

Il numero uno della Cgil si è quindi soffermato su alcuni aspetti che riguardano l’idea stessa di sindacato: “Per noi la rappresentanza - ha detto - si esprime attraverso la contrattazione, la cui funzione può essere integrata dalla gestione di servizi funzionale alla contrattazione stessa”.

Ma se si allarga la gestione dei servizi a funzioni improprie, come tra l’altro prevede il documento di Confindustria, perderebbero ruolo categorie, Rsu e la rappresentanza finirebbe per esprimersi attraverso la gestione dei servizi. “Questo - ha concluso Epifani - aprirebbe problemi molto seri, ma vogliamo affrontare, anche con il confronto con studiosi di ogni estrazione culturale, il nodo di come si possa riformulare un’idea di unità partendo da concezioni non coincidenti sulla natura stessa del sindacato, delle sue funzioni, degli strumenti che utilizza”.

martedì 16 settembre 2008

CALL CENTER: SCIOPERO E MANIFESTAZIONE NAZIONALE CONTRO PRECARIETA’


“Il 19 settembre prossimo si svolgerà lo sciopero nazionale di tutti i call center delle aziende di TLC con contemporanea manifestazione nazionale a Roma, a difesa della buona occupazione, contro il dumping delle imprese più scorrette, per maggiori controlli ispettivi, per una maggiore responsabilità dei committenti e per la stabilizzazione dei lavoratori precari ancora presenti nel settore”. Così annunciano in una nota unitaria le Segreterie Nazionali di SLC-CGIL, FISTEL-CISL e UILCOM-UIL

“Il settore dei call center – continua la nota sindacale – ha conosciuto in questi anni una profonda evoluzione, con migliaia di lavoratori stabilizzati e con un impegno congiunto dei Sindacati e delle Istituzioni (Ministero del Lavoro, Servizi Ispettivi, Inps, Inail) per contrastare il ricorso al lavoro precario e irregolare. Questo impegno ha portato anche i principali committenti, soprattutto sull’inbound, ad assegnare le nuove commesse tenendo conto del nuovo costo del lavoro e del tentativo di scommettere sulla qualità dei servizi.”

“Purtroppo molto rimane ancora da fare. Vi sono decine di call center che – ricorrendo al lavoro a progetto, nonostante anche le recenti circolari del Ministero del Lavoro – continuano ad alimentare fenomeni di dumping generando lavoro precario e mal pagato. Tutto ciò avviene a danno delle imprese che hanno stabilizzato e che più vogliono investire, invece, sulla qualità e a danno degli oltre 24 mila lavoratori stabilizzati e a danno di tutti i lavoratori delle aziende di TLC. Occorre rafforzare ulteriormente l’azione ispettiva, in particolare verso quelle imprese che lavorano sull’outbound, per verificare il rispetto della circolare n. 8/08 del Ministero del Lavoro. Occorre che i committenti sottoscrivano una vera e propria “carta della responsabilità”, impegnandosi su tutte le commesse a non praticare gare al massimo ribasso ed in ogni caso ad assegnare attività solo a chi ha lavoratori subordinati e rispetta le norme del CCNL e della 626/94 (legge sulla salute e sicurezza). Occorre attivare nuovamente il Tavolo nazionale sui Call Center presso il Ministero del Lavoro, anche per sapere che fine hanno fatto gli oltre 8 mila verbali sanzionatori frutto dell’attività ispettiva finora intrapresa. Occorre introdurre nel settore delle TLC clausole sociali innovative a garanzia dei lavoratori nei casi di cambi di appalto”.

“A sostegno di queste rivendicazioni CGIL, CISL e UIL del settore invitano tutti i lavoratori alla massima mobilitazione, ad aderire allo sciopero e soprattutto a partecipare al corteo che si svolgere a Roma, in contemporanea allo sciopero, il prossimo 19 settembre, con partenza da Piazza della Repubblica, ore 10,30”.


LE SEGRETERIE NAZIONALI SLC-CGIL/FISTEL-CISL/UILCOM-UIL

giovedì 4 settembre 2008

Rispetto, per gli Accordi Sindacali

ODG su Regolamento aziendale


Il Coordinamento Nazionale delle RSU di Telecom Italia denuncia il grave comportamento dell’azienda che, attraverso il nuovo regolamento, nega e stravolge quanto condiviso dalle parti anche con la recente sottoscrizione del contratto collettivo di secondo livello.

Tale comportamento lede la credibilità e l’affidabilità generale dell’azienda su questo e su altri possibili terreni di confronto, rappresentando un attacco intollerabile ai diritti e alle tutele che i lavoratori, attraverso la loro mobilitazione e il ruolo delle RSU e delle Organizzazioni Sindacali, si sono conquistati.

Si invita per tanto Telecom Italia a ritirare il regolamento aziendale e ad attenersi al rispetto di quanto previsto dagli accordi sindacali sottoscritti e dal CCNL.

Come sindacato tuteleremo i diritti dei lavoratori in tutte le sedi e con tutti gli strumenti collettivi ed individuali a nostra disposizione.



APPROVATO ALL’UNANIMITA’

martedì 2 settembre 2008

Lentamente muore

Lentamente muore chi diventa schiavo dell'abitudine, ripetendo ogni
giorno gli stessi percorsi, chi non cambia la marca, chi non
rischia e cambia colore dei vestiti, chi non parla a chi non conosce.

Muore lentamente chi evita una passione, chi preferisce il nero su
bianco e i puntini sulle "i" piuttosto che un insieme di emozioni,
proprio quelle che fanno brillare gli occhi, quelle che fanno di uno
sbadiglio un sorriso, quelle che fanno battere il cuore davanti
all'errore e ai sentimenti.

Lentamente muore chi non capovolge il tavolo, chi è infelice sul
lavoro, chi non rischia la certezza per l'incertezza, per inseguire un
sogno, chi non si permette almeno una volta nella vita di fuggire ai
consigli sensati. Lentamente muore chi non viaggia, chi non legge, chi
non ascolta musica, chi non trova grazia in se stesso. Muore lentamente
chi distrugge l'amor proprio, chi non si lascia aiutare; chi passa i
giorni a lamentarsi della propria sfortuna o della pioggia incessante.

Lentamente muore chi abbandona un progetto prima di iniziarlo, chi non
fa domande sugli argomenti che non conosce, chi non risponde quando gli
chiedono qualcosa che conosce.

Evitiamo la morte a piccole dosi, ricordando sempre che essere vivo
richiede uno sforzo di gran lunga maggiore del semplice fatto di
respirare.
Soltanto l'ardente pazienza porterà al raggiungimento di una splendida
felicità.

(P. Neruda)

 

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