Dopo una lunga e faticosa trattativa, si è arrivati il 4 maggio ad un accordo complessivo fra sindacati e la Vodafone su:
-gestione degli esuberi in alternativa ai licenziamenti, tramite 700 mobilità volontarie ed incentivate; l'applicazione di un Contratto di Solidarietà (previsto al 30%) per 396 lavoratori; la chiusura dei Negozi nelle sedi di Bari, Bolzano, Genova, Venezia e Milano Linate con ricollocazione interna o (su base volontaria) presso società terze della rete di distribuzione o con mobilità volontarie; l'accoglimento e l'incentivazione di domande di trasformazione a part time; la definizione di criteri per la fruizione certa di ferie e permessi per l'anno in corso e per i residui anni precedenti; la limitazione della possibilità aziendale di riassorbire i sovraminimi. Sulla gestione degli esuberi il punto di maggior sofferenza a nostro avviso è rappresentato dalla possibilità di ricollocazione con demansionamento per gli "esuberi residui" al novembre 2014.
- la definizione di un Premio di Risultato per il triennio 2014-2016 (con valori base ridotti del 40% rispetto all'ultimo accordo) ed il pagamento di 1000 euro di una tantum per l'anno 2012.
E' per noi motivo di soddisfazione avere drasticamente limitato le tematiche afferenti al secondo livello di contrattazione che l'azienda voleva incongruamente vincolare alle trattative sui licenziamenti, con l'obiettivo di far regredire importanti tutele dei lavoratori, per di più sottraendole al voto finale: dagli straordinari agli scatti di anzianità, alla reperibilità ed al lavoro programmato, alle pause da videoterminale sospensive a tutti gli effetti; tutte voci che siamo riusciti infine a far scomparire nello sviluppo della trattativa.
La delegazione della Emilia Romagna aveva inoltre vincolato il suo mandato a dei punti precisi, in aggiunta a quelli già definiti in sede nazionale, alcuni informativi (la conoscenza dei parametri del Premio; il definitivo chiarimento sui job profiles impattati dai licenziamenti), altri acquisitivi, in particolare:
- estese garanzie occupazionali per almeno 36 mesi
- piano di reinternalizzazione delle attività in appalto
Grazie alla fermezza della delegazione questi punti sono stati tutti raggiunti; in particolare non solo per 36 mesi l'azienda si impegna a non licenziare né esternalizzare, ma si impegna anche a non delocalizzare all'estero ulteriori volumi di attività, ipotizzando anzi delle riduzioni di tali attività. Come segnala il comunicato nazionale, è la prima volta che ci troviamo di fronte ad una inversione di tendenza sul piano delle delocalizzazioni.
Purtroppo, nonostante i nostri ripetuti sforzi (vedi ordine del giorno dell'assemblea di Bologna), la delegazione nazionale non e' riuscita a mantenere a maggioranza la decisione di voto finale sulle parti residue proprie del secondo livello, come il PdR. Riteniamo questa scelta un errore che bisogna assolutamente evitare di ripetere.
L'apporto del voto sarebbe stato utile e necessario a fronte della decurtazione dal Premio delle "malattie brevi".
Cosi come giudichiamo con preoccupazione l'intenzione aziendale di attivare un programma di welfare su servizi come Sanità, Istruzione e Previdenza che rischia di essere sostitutivo, e quindi distruttivo, dei sistemi pubblici.
Ringraziamo tutti le lavoratrici ed i i lavoratori per il sostegno e la solidarieta' che ci hanno permesso di concludere questa difficile vertenza e che ci deve sostenere nella nuova fase di gestione di questo accordo.