I Lampadieri

In questa notte scura, qualcuno di noi, nel suo piccolo, é come quei "lampadieri" che, camminando innanzi, tengono la pertica rivolta all'indietro, appoggiata sulla spalla - con il lume in cima. Così, il "lampadiere" vede poco davanti a sè - ma consente ai viaggiatori di camminare più sicuri. Qualcuno ci prova. Non per eroismo o narcisismo, ma per sentirsi dalla parte buona della vita. Per quello che si é. Credi.

Tom Benetollo

venerdì 29 novembre 2013

WIND: COMUNICATO SU TELELAVORO


Il 20 novembre u.s. si è tenuto a Roma il secondo incontro nazionale sul Telelavoro.
Con questo comunicato le Rsu di Bologna intendono fare il punto sulla discussione e sullo stato
della trattativa con l’Azienda.
Durante la giornata del 20/11 si è trattato l’argomento telelavoro su due livelli: un primo
livello di carattere normativo, sul quale si sono registrati alcuni avanzamenti tra le parti che
elenchiamo:
 L’Azienda ha convenuto di eliminare la possibilità di assumere in telelavoro. Il criterio
era infatti discordante con il requisito dell’anzianità di almeno un anno nella funzione
svolta dal Dipendente e con il concetto di volontarietà, in quanto il telelavoro in fase di
assunzione potrebbe non essere reversibile.
 Con riferimento ai criteri per eventuali graduatorie, in caso di domande più elevate
rispetto alle disponibilità, è stata introdotta la causale relativa alla necessità di assistere
parenti disabili conviventi (in precedenza la previsione si limitava ai figli disabili).
 E’ stato ridotto a 9 mesi, invece dei 12 proposti inizialmente, il periodo dopo il quale un
lavoratore può richiedere il rientro in Azienda a fronte di mutate esigenze personali.
 Per quanto riguarda il domicilio si è condivisa l’interpretazione per la quale non sarà
condizione ostativa al Telelavoro il caso in cui il domicilio sia fuori dalla regione dove è
presente l’unità produttiva di provenienza. Inoltre l’Azienda si è dichiarata disponibile a
prevedere, in casi di distanze considerevoli, la possibilità di gestire i rientri presso la
sede amministrativa più vicina al domicilio.
 In materia di orario di lavoro si è convenuto di ricondurre al tema delle flessibilità
previste dalla Legge in caso di prestazioni rese nell'ambito di rapporti di telelavoro
domiciliare, legandole alla disciplina del CCNL e quindi all’informativa preventiva alla
RSU onde evitare possibili interpretazioni sfavorevoli per Lavoratrici e Lavoratori.
 Abbiamo inoltre registrato disponibilità aziendali affinché, come richiesto in tutte le
assemblee dopo il regime di sperimentazione, si possano allargare gli ambiti di
applicazione del Telelavoro ed anche delle modalità.
Sul secondo livello, quello economico, le posizioni rimangono invece distanti. L’Azienda ha
riproposto, senza scostarsi dall’ipotesi iniziale del 9 ottobre e senza dare disponibilità di mediazione, un importo forfettario omnicomprensivo, che coprirebbe le spese assunte dal Lavoratore (comprese quelle di connessione ADSL) di soli 40€ lordi. Al Telelavoratore, inoltre, non verrebbero riconosciuti i ticket per i pasti.
La Delegazione Sindacale Slc-Fistel-Uilcom, ha ritenuto questa cifra insufficiente, perché non
equilibrata rispetto al bilancio tra costi e benefici che coinvolgeranno il Telelavoratore da una
parte e l’Azienda dall’altra. Tale considerazione è inoltre sostenuta dalle condizioni contrattate
in altre Aziende del settore che hanno già raggiunto accordi in materia, economicamente non
paragonabili alla proposta di Wind, perché oltre ad avere un compenso forfettario sensibilmente più alto, mantengono, in molti casi, il trattamento pasto tramite convenzione o ticket restaurant.
Siamo consci della situazione economica del settore e recepiamo con favore le rassicurazioni
aziendali sulla totale volontarietà della scelta, tuttavia non possiamo ignorare i mandati delle
assemblee che in merito si sono espresse per un riconoscimento economico più equo.
RSU e OO.SS. si sono sedute al tavolo di trattativa sul Telelavoro con l’obbiettivo di
sottoscrivere un accordo di miglior favore rispetto a quanto già previsto da CCNL e Accordi
Interconfederali, partendo dal presupposto condiviso, che il Telelavoro è un importante
strumento di conciliazione dei tempi di vita e lavoro.
L’auspicio e l’invito fatto da parte sindacale in conclusione dell’incontro è che l’Azienda,
partendo dagli avanzamenti condivisi sulla parte normativa, riconsideri l’indisponibilità a
trattare sulla parte economica affinché si possa approdare ad un Accordo condiviso al più
presto.
Le RSU di Bologna

sabato 16 novembre 2013

telecom avanti TUTTA -comunicato unitario

La scorsa settimana abbiamo tenuto Assemblee Telecom in tante realtà dell’Emilia Romagna.
Abbiamo condiviso con le lavoratrici e i lavoratori del gruppo Telecom Italia tutte le preoccupazioni (qualcosa di più) sulla nuova “era” Telefonica in Telecom Italia.
Sono fortemente a rischio gli interessi nazionali, indipendentemente dal passaporto di Telefonica.
Non c’è solo la questione, già presente nel passato, della sicurezza delle comunicazioni del paese, che deve essere ovviamente finalmente affrontata, ma ci sono molte perplessità sulla possibilità che il settore delle TLC, da tutti indicato come uno dei settori volano per la ripresa economica in Italia e in Europa, possa disporre delle risorse economiche necessarie per lo sviluppo della RETE a banda ultralarga, come previsto dal progetto della UE che prevede entro il 2018 la copertura della nuova RETE per il 60% della popolazione (siamo circa al 14% di copertura, contro il 30% medio degli altri paesi europei).
Un ruolo fondamentale in questo progetto dovrebbe giocarlo Telecom Italia, ma riteniamo difficile che Telefonica, causa l’alto indebitamento e probabilmente lo scarso interesse, possa garantire i necessari investimenti.
E non può non essere anche un interesse nazionale la sopravvivenza di una delle pochi grandi aziende rimaste sul territorio nazionale, operante anche al di fuori dei confini nazionali.
Non è infatti solo fortemente a rischio per il futuro il perimetro occupazionale (spezzatino societario e conseguenti ricadute occupazionali), in virtù del modello organizzativo che Telefonica adotta da anni in “casa propria”, ma è anche a rischio nell’immediato la tenuta finanziaria della Telecom. Non procedendo ad una vera ricapitalizzazione (e non finta come lo è il bond convertendo sa 1,3 miliardi di EURO scaturito dal CDA del 7 novembre) di Telecom, il declassamento del debito già decretato da parte di alcune società di rating, porterà ad un sempre maggiore esborso economico che Telecom dovrà pagare in interessi per continuare a finanziare il debito (debito che non ci stancheremo mai di ricordare non frutto di bilanci negativi, ma frutto delle varie scalate societarie appunto a debito, successivamente scaricato su Telecom), mettendo in discussione la sostenibilità economica di Telecom.
Quanto scaturito dal CDA Telecom del 7 novembre conferma in larga parte le nostre preoccupazioni.
Non sono stati annunciati esuberi (e difficilmente poteva essere diversamente visto che la maggior parte dei lavoratori sono in CdS fino alla metà del 2015, ma dopo……..), ma è ben presente un mix di finanza creativa già tristemente nota nel passato di Telecom (vendita e successivo riaffitto delle torri e degli immobili rimasti), unitamente alla vendita/svendita di un asset importante e altamente remunerativo: Telecom Argentina.
E’ anche annunciato un impegno per investire circa 9 miliardi di EURO nel corso del triennio 2014-2016, senza però minimamente menzionare dove e come sarà reperita questa cifra.
Riteniamo che a questo punto l’unica soluzione percorribile sia quella di riportare le TLC sotto il controllo pubblico, garantendo l’unicità aziendale di Telecom e gli investimenti.
Consci che per la portata degli interessi in campo e per i potenziali rischi, il solo Sindacato e i lavoratori non sono in grado da soli di sostenere tale peso, abbiamo provveduto quindi sin da subito, oltre a sensibilizzare i mezzi di informazione/l’opinione pubblica, a coinvolgere la Politica e le Istituzioni pubbliche a tutti i livelli.
A livello regionale si è dato corso a più incontri informativi con i Parlamentari eletti sul territorio.
A livello nazionale si è proceduto alle audizioni c/o le Commissioni Parlamentari Trasporti/TLC di Camera e Senato, unitamente alla partecipazione e organizzazione di incontri pubblici sul tema e si è richiesto (unitamente alle Confederazioni CGIL CISL UIL) a più riprese un incontro con il Governo, che sciaguratamente ad oggi non ha ricevuto nessuna risposta.
Unitamente ai lavoratori del nostro territorio riteniamo a questo punto non più eludibile e indispensabile l’apertura di una vertenza e di una mobilitazione nazionale.
La situazione è complessa ed in uno stadio molto avanzato, ma è ancora fluida e si può (si deve) quindi ancora condizionare gli eventi.

Bologna, 18 novembre 2013



Le Segreterie Regionali E.R.

giovedì 24 ottobre 2013

documento situazione telecom : posizione slc-cgil

SITUAZIONE TELECOM E POSIZIONE SLC-CGIL IN SINTESI
VALORE DI TELECOM:
alcuni dati
1997 -> Privatizzazione di Telecom e lo Stato vende il 35,2% delle azioni possedute e incassa 13
m.di di EURO (2,07 ad azione) e di riflesso il valore complessivo di Telecom è di circa 38 m.di di
EURO
1999 -> a seguito OPA il 51% delle azioni “acquistate” dalla finanziaria BELL di Colaninno e altri per
circa 31 m.di di EURO, di riflesso valore complessivo di Telecom circa 62 m.di (sono anche gli anni
della bolla di Internet in Borsa).
2001 -> subentra la finanziaria Olimpia di Tronchetti Provera e altri, non procedendo però con un
OPA, ma “acquistando” in trattativa privata da BELL la quota azionaria posseduta del 23%
sufficiente per governare Telecom, per un valore economico di più del doppio rispetto alle
quotazioni di Borsa allora correnti (per un valore complessivo teorico dell’intera Telecom di circa
68 m.di di EURO).
Entrambe le operazioni sono fatte con la “tecnica” di leverage by out (vietata nella maggior parte
dei paesi capitalistici): si compra facendosi finanziare dalle banche e poi si scarica il debito sulla
società “acquistata”.
2013 -> agli attuali valori di Borsa oggi Telecom vale circa 10,8 m.di di EURO.
I ricavi del 2012 sono stati circa di 30 m.di di EURO e il debito è di circa 28 m.di EURO.
I dipendenti Telecom sono circa 43 mila e diverse migliaia nel Gruppo Telecom tra i quali spiccano i
circa 3500 di TI Information Tecnology.
OPERAZIONE TELEFONICA:
Il 22,4% delle azioni Telecom Italia (quota che ad oggi consente di governare Telecom) sono in
possesso della società TELCO.
Gli attuali soci TELCO sono: Telefonica, Intesa, Mediobanca e Generali.
In data 23 settembre 2013 i soci TELCO, alla vigilia della scadenza del patto di Sindacato che unisce
i 4 soci e alla vigilia della scadenza di una parte del debito di circa 1 m.do di EURO che andava
rifinanziato, si sono accordati per cedere tutte le azioni della società a Telefonica in tre fasi:
1) Telefonica passerà a possedere il 66% di TELCO sborsando 324 m.ni di EURO
2) Telefonica passerà al 70%
3) A gennaio 2014 Telefonica potrà acquistare il 100% di TELCO, sborsando complessivamente
(solo) 850 m.ni di EURO per il controllo di Telecom.
SCENARIO:
Telefonica è uno dei più grandi operatori di TLC nel mondo, ma è gravata di un pesantissimo
debito che alla fine del 2013 dovrebbe attestarsi a 47 m.di di EURO e a questi si aggiungerebbero
quelli di Telecom Italia (28).
La UE ha deliberato che entro il 2018 i paesi membri dovranno garantire una copertura del 60%
del proprio territorio nazionale con la banda ultralarga, in modo da consentire di veicolare i servizi
della Pubblica Amministrazione, in un’ottica di miglior servizio all’utente e di risparmio dei costi di
gestione del servizio e questo richiede ingenti investimenti (svariati miliardi di EURO).
C’è un problema di sicurezza relativa alla trasmissione dei dati e della voce, quindi di sicurezza
nazionale, che va indubbiamente risolto, anche se questo problema non scaturisce dalla mossa di
Telefonica, ma è un problema da sempre presente ed è slegato dal tipo di passaporto del
principale azionista di turno (se trattasi di privato).
Il pieno controllo di TELCO e conseguentemente il controllo di Telecom Italia, comporterà la
vendita certa di TIM Brasile e Argentina dove i ricavi attuali (circa il 30% dei ricavi complessivi di
Telecom) e previsti sono alti ed essendo tale vendita imposta dalle Autority di quei paesi
(Telefonica è anch’essa presente su quei mercati con VIVO), si tratterà senza dubbio di una
svendita (visto l’obbligo di vendere) e privando quindi Telecom sia di ricavi futuri cospicui, sia di un
valore congruo per la vendita.
Al netto della crisi economica mondiale: la tenuta occupazionale del gruppo Telecom Italia, la
capacità di Telecom di poter giocare un ruolo nell’inevitabile riassetto delle TLC in Europa e nel
mondo, quindi la salvaguardia di una delle pochi grandi aziende italiane, sono a rischio al cospetto
di questa manovra di Telefonica.
ANALISI E PROPOSTE DI SLC-CGIL:
Per la SLC-CGIL l’avvio del percorso di acquisizione del controllo di Telecom Italia da parte di
Telefonica, in totale assenza di un piano industriale è già di per sé un fatto allarmante.
Per quanto ci riguarda Telefonica difficilmente sarà in grado di presentare un piano industriale
all’altezza della situazione. L’alto indebitamento non consentirà di procedere agli investimenti
necessari per lo sviluppo delle TLC in Italia e non consentirà di procedere ad una ricapitalizzazione
di Telecom (3/5 m.di), indispensabile per evitare l’imminente declassamento del debito Telecom
da parte delle maggiori agenzie di rating.
Sarà fortemente a rischio l’unicità aziendale, quindi il perimetro occupazionale, in quanto
Telefonica, oltre alla necessità di fronteggiare l’elevato debito, opera con un modello industriale
che fa leva sul ricorso agli outsourcer (in particolare nel campo dei Customer).
L’eventuale scorporo della RETE non risolverebbe nessuno dei problemi in campo.
Sicuramente non quello della sicurezza delle comunicazioni (che non si può circoscrivere al solo
mezzo di trasporto).
Metterebbe a rischio la tenuta occupazionale, non solo per chi sarà fuori dalla società della RETE,
ma anche per coloro che saranno all’interno, in quanto saranno fortissime le pressioni dei gestori
dei servizi di TLC per pagare un basso prezzo per il noleggio della RETE, con tutte le conseguenze
del caso.
Lo “spezzatino” societario sarebbe la fine di Telecom Italia ed impedirebbe quindi al nostro paese
di giocare un ruolo (piccolo o grande che sia) nel processo internazionale di ristrutturazione del
Settore. Relegherà la società delle RETE ad operare unicamente sul domestico e l’altra parte di
Telecom diverrà unicamente un brand commerciale di Telefonica o altri.
In nessun altro paese Europeo (ad eccezione del Portogallo) si è dato corso alla scorporo della
RETE dalla società TLC ex monopolista, inoltre nella stragrande maggioranza dei paesi europei i
rispettivi Stati hanno mantenuto un controllo pubblico sulla società ex monopolista e/o sulle TLC
(in diversi casi mantenendo anche una cospicua partecipazione azionaria).
A prescindere dall’operazione Telefonica, Telecom Italia non può comunque avere un futuro
industriale.
Le privatizzazioni in Italia, almeno questo tipo di privatizzazione di Telecom sta andando incontro
ad un disastro industriale.
Lo Stato deve intervenire in questo settore strategico e riportare le TLC sotto il controllo pubblico.
Controllo pubblico che può declinarsi in diversi modi e, relativamente a Telecom Italia, come SLC-
CGIL individuiamo come percorribile la strada dell’ingresso della Cassa Depositi e Prestiti (CDP)
direttamente nell’azionariato di Telecom Italia (e successivamente dovrà essere individuato un
partner industriale, che difficilmente potrà essere Telefonica a causa della sovrapposizione di
interessi in America Latina).
AZIONI INTRAPRESE E DA INTRAPRENDERE:
Di fronte a questo complesso scenario, in cui gli interessi nazionali indubbiamente si intrecciano
con le sorti di un’azienda privata operante in un Settore strategico per il paese, il Sindacato e la
Proprietà non possono essere unici interlocutori, ma lo Stato deve giocare un ruolo attivo.
La SLC ha avviato in primo luogo un confronto al proprio interno, procedendo anche a sessioni di
approfondimento sulla natura della CDP.
Consci che da soli, in questo caso, è possibile spostare ben poco, il confronto è stato esteso anche
in seno alla CGIL (con la quale c’è piena unità di intenti) e con FISTel e UILCOM e rispettive
confederazioni CISL e UIL, con l’obbiettivo di coinvolgere il Governo e il Parlamento.
Unitariamente sono stati richiesti incontri al Governo e alle Commissioni Parlamentari che si
occupano delle TLC (incontro previsto per il 22/23 ottobre).
Per metà Novembre è previsto un confronto pubblico tra il Segretario CGIL Camusso e il Ministro
Zanonato.
In tutte le regioni si sta procedendo ad incontri con Parlamentari eletti nella singola regione.
Si sta cercando di essere presenti in tutti i dibattiti pubblici di approfondimento.
In data 4 ottobre si è tenuto il primo incontro con Telecom “era Telefonica”, in cui unitariamente
SLC FISTel UILCOM hanno sollecitato un Piano Industriale e chiesto il rispetto degli accordi
sindacali sottoscritti in data 27 marzo 2013, stipulati nell’ottica della tutela del perimetro
aziendale (no allo spezzatino societario).
Al cospetto delle risposte interlocutorie dell’Amministratore Delegato (rimandando il tutto al
prossimo CDA del 7 novembre), sono state immediatamente aperte le Procedure di
Raffreddamento previste dalla Legge 146 per la proclamazione dello sciopero.
Il tutto ovviamente non può prescindere dal pieno coinvolgimento delle lavoratrici e dei lavoratori
del Gruppo Telecom Italia (da rammentare il presidio sindacale a Piazza Affari Milano in occasione
del CDA Telecom del 3 ottobre 2013) ed a breve sarà avviato un primo ciclo di Assemblee in tutta
Italia per confrontarsi. 

Bologna, 22/10/2013
Vincenzo Bellaspica
Coordinatore SLC-CGIL E.R. per Telecom


lunedì 30 settembre 2013

Telecom: vinta altra causa per il reintegro lavoratori in somministrazione

Ennesima conferma della lotta promossa dalla SLC CGIL per la stabilizzazione dei precari in Telecom.
 
Il nostro studio legale ha seguito un lavoratore che aveva vinto una causa di reintegro in primo grado come ex somministrato, contro l'appello proposto da Telecom.
 
Anche in questo caso, l'appello e' stato respinto, con conseguente conferma della pronuncia favorevole al lavoratore di primo grado.
 
Una buona notizia, per la difesa dell'occupazione, anche per tanti altri lavoratori che possono trovarsi in condizione analoghe.

 

venerdì 27 settembre 2013

Telecom: una operazione dannosa

L'operazione con cui Telefonica ha acquisito la quota di controllo di Telecom Italia è dannosissima.
Dannosa per il Paese, perché porterà a disinvestimenti  dovuti all'accumulo di debiti, alla sottocapitalizzazione, agli interessi concorrenti in America Latina.
Dannosa per i lavoratori, con ipotesi di scorporo, di spezzatino, con il modello Telefonica che in Spagna esternalizza Call Center ed Information Technology.
E questo è avvenuto con l'apparente disinformazione e disorientamento di una pessima classe politica e di una disastrata classe imprenditoriale.

L'operazione è solo l'ultima conseguenza di una privatizzazione sbagliata, in se e per come è stata realizzata, che non ha pari in Europa, che è stata pagata dalla collettività con l'esproprio di un Bene Comune e il crollo degli investimenti sulla Rete, ed è stata pagata dai lavoratori con 80mila lavoratori persi per strada e tanti sacrifici su reddito e diritti.

Le Telecomunicazioni (il sistema delle Telecomunicazioni) devono rientrare sotto controllo pubblico. Ed aggiungo che deve essere un processo integrato a livello europeo.

E' vero che la Rete è un monopolio naturale difficilmente replicabile (ma lo scoprono ora?), è vero che ci sono problemi di sicurezza dei cittadini, di privacy, di tutela democratica (non dimentichiamoci dei lavoratori Telecom illegalmente spiati che ancora attendono giustizia), è altrettanto vero che tentare di porvi rimedio scorporando solo la Rete di Telecom, oltre che operazione improbabile sotto molti profili, rischia di aggiungere danno al danno.

Se da un lato è necessario riportare le TLC sotto controllo pubblico, questo non può avvenire accollando sulla collettività costi enormi, danneggiando irreparabilmente l'integrità di una azienda strategica, facendo pagare ai lavoratori ulteriori costi, smentendo gli accordi sindacali sulle tutele di perimetro sottoscritti  con grande sacrificio dei lavoratori. Ed è quello che avverrebbe scorporando solo la Rete  e solo la Rete di Telecom.

Il governo ha la responsabilità di intervenire per riportare sotto controllo pubblico questo asset strategico garantendo l'unità aziendale, lo sviluppo della banda ultralarga ed i livelli occupazionali.

mercoledì 7 agosto 2013

Ciao Federica



 Federica c'era sempre. Alle manifestazioni della Telecom ed a quelle della Cgil. A Bologna come a Roma. In prima fila, con quel sorriso enigmatico e dolce di chi la vita l'ha dovuta sempre affrontare a viso aperto qualunque fosse il peso da portare. Ed il suo peso doveva essere gigantesco. Ci giunge una notizia fredda come una lama nel cuore: Federica Lenzi ha preso ieri una decisione definitiva, quella scelta che per chi rimane è sempre inconcepibile.

In questo torrido mese di gelata solitudine, da oggi saremo tutti più soli, confortati solo del suo intenso ricordo.

 Ciao Federica.

07 agosto 2013


I compagni della RSU Telecom e della SLC CGIL.

PS   l'ultimo saluto a Federica verrà dato martedì 13 agosto alla Sala Commiato via De Gasperi  a Borgo Panigale

Telecomunicazioni: convegno internazionale sulla ristrutturazioni delle Telecom in Europa

Lo scorso  maggio si è tenuto alla London School of Economics and Political Science di Londra la Conferenza di presentazione del progetto di ricerca  "Alternative routes to good jobs in the service economy: Employment restructuring and HRM in telecommunications firms" percorsi alternativi per un giusto lavoro nell'economia dei servizi: ristrutturazioni e gestione risorse umane nelle società di telecomunicazione (vedi programma) .  

E' un  progetto di ricerca sui processi di ristrutturazione nelle telecomunicazioni durato tre anni e che ha coperto 10 ex-monopolisti negli Stati Uniti e in Europa.
La prima parte del progetto presenta una comparazione delle differenze di mercato, di struttura societaria e istituzioni nelle 10 aziende e nei rispettivi Paesi. Successivamente facciamo un analisi comparata 1) della riduzione del personale; 2) della diversificazione dei contratti di lavoro; 3) dell’organizzazione del lavoro e della gestione delle risorse umane. Nella relazione si evidenziano le "best practices" che sono andate a vantaggio sia del management che dei lavoratori.

Alla Conferenza è stato invitato a partecipare Antonio Rossa della  SLC CGIL  Emilia Romagna, in qualità di relatore nel panel "Restructuring employment after market liberalization: Alternative approaches to downsizing and organizational change".

Il contributo fornito dalla nostra categoria si è concentrato su uno degli aspetti più gravi dei processi di riorganizzazione delle tlc in Italia, ovvero il tema delle esternalizzazioni e la lotta per le clausole sociali. (leggi relazione).

martedì 6 agosto 2013

Ericsson: votazione sull'ipotesi d'accordo del 26 luglio

Riteniamo importante che nel settore delle Telecomunicazioni si sia ritornati alla norma di far votare i lavoratori sulle ipotesi di accordo. A nostro avviso per completare il percorso è necessario tenere più disitinti possibili gli accordi di alternativa ai licenziamenti, su cui va richiesto mandato non vincolante, e accordi su materie specifiche del secondo livello, su cui oltre al mandato ci vuole sempre il voto di validazione dei lavoratori.
Il 1 Agosto 2013 si è tenuta l'assemblea dei lavoratori della Emilia Romagna della Ericsson Telecomunicazioni S.p.A. per  presentare e votare l’ipotesi di accordo firmata in data 26 Luglio 2013 con il seguente risultato:
PRESENTI: 23
FAVOREVOLI: 5
CONTRARI: 18
ASTENUTI: 0
 I lavoratori hanno votato un odg che riporta:

"L’assemblea dei lavoratori dell’Emilia Romagna esplicita che la votazione negativa è dovuta alla presenza di modifiche peggiorative degli accordi di 2° livello aziendali ma anche del CCNL, in particolare degli accordi di armonizzazione fatti
in concomitanza di cessioni di ramo verso Ericsson.
I lavoratori ex Vodafone, se avessero saputo che dopo 2 anni le garanzie previste dall’accordo di armonizzazione in merito al mantenimento dei contratti di secondo livello collettivi vigenti in Vodafone venivano meno, probabilmente avrebbero fatto altre scelte.
I lavoratori ritengono che una maggiore attenzione dei percorsi di
coinvolgimento e mobilitazione avrebbero permesso un esito più tutelante.
Bisogna ora operare nelle commissioni e tavoli futuri per evitare ulteriori arretramenti."

CRALT ed ASSILT Telecom: i diritti di veto sfregiano la democrazia

La vicenda del Commissariamento Cralt e Assilt documentata dal comunicato nazionale(leggi), oltre a mettere a nudo la pochezza di alcune organizzazioni minoritarie, dimostra per noi l'assoluta inadeguatezza delle regole esistenti: non accettiamo che l'alternativa sia fra l'imposizione nella nostra regione  di un commissario da Roma o l'imposizione, sempre da Roma, di un delegato inesperto del territorio. Denunciamo come sia  mancato totalmente il coinvolgimento della Struttura Regionale laddove invece il l confronto avrebbe dovuto  coinvolgere, in una prima fase, anche gli eletti della regione.
In particolare le elezioni CRALT in E.R. ci hanno indubbiamente consegnato i numeri per avere il Delegato "targato" SLC e riteniamo di aver indicato un candidato di comprovata esperienza e capacità per ricoprire questo ruolo fondamentale per il buon funzionamento del CRALT, in considerazione delle responsabilità previste per tale ruolo dal nuovo Statuto. Come SLC nelle elezioni abbiamo ricevuto 715 voti (520 tra gli attivi).
 La gestione del welfare Telecom della Emilia Romagna è stata sempre di eccellenza e non ci sono mai stati problemi di equilibrio fra le OO.SS., ad esempio quando la Presidenza regionale del CRALT era determinata sul territorio abbiamo anche sperimentato un sistema di rotazione.
Auspichiamo che tale ferita venga quanto prima sanata.

venerdì 2 agosto 2013

Telecom: Votazioni al 1254 Bologna


La votazione tenutasi nell’assemblea di Bologna delle lavoratrici e dei lavoratori della Directory Assistance – servizio 1254, sull’ipotesi di accordo sottoscritta in data 23 luglio relativamente alla nuova turnistica, ha avuto il seguente esito:

quattro voti contrari

Non siamo purtroppo riusciti a consultare i lavoratori telelavoristi del 1254, in parte per nostra responsabilità, ma anche perché le condizioni per riunire in assemblea questi lavoratori sono oggettivamente difficili. Pensiamo quindi che per il futuro, in particolare nell’eventualità di un aumento al ricorso del telelavoro, si debba aprire una riflessione su come poter coinvolgere più facilmente anche questi lavoratori nelle decisioni sindacali.

Bologna, 02/08/2013

 

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